Draghi tende la mano: mai chiesta la rimozione di Conte, avanti con il M5s

Il premier: “Non sono disponibile per altro esecutivo, no appoggio esterno”

Mario Draghi

Mario Draghi e Giuseppe Conte si sentiranno nuovamente oggi, ma intanto il presidente del Consiglio approfitta della conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri per mandare messaggi di “pace” al leader del M5s. Draghi mercoledì sera è tornato in anticipo dal vertice Nato di Madrid, non – ha garantito – per le tensioni politiche, ma per presiedere un Cdm importante e non rinviabile. “Ho detto dall’inizio che questo governo non si fa senza i Cinque stelle e questa resta la mia opinione”, scandisce, assicurando di non essere disponibile a guidare un esecutivo con una maggioranza diversa. “Il governo – ripete – è nato con il M5s e non si accontenta di un appoggio esterno, perché valuta il contributo dato dal M5s troppo, per accontentarsi di un appoggio esterno”.

Con il suo predecessore a Palazzo Chigi, però, un chiarimento sarà necessario, dopo le indiscrezioni secondo cui Draghi, in una telefonata, avrebbe chiesto a Beppe Grillo di rimuoverlo dalla guida del Movimento. “Non ho mai fatto queste dichiarazioni – assicura -. Non ho mai pensato di entrare nelle questioni interne di un partito. Credo che anche Grillo abbia smentito. Io lavoro, come gli altri membri del governo, per gli interessi degli italiani. Non capisco come mi si voglia tirar dentro questa cosa, il motivo. E’ una cosa che mi è totalmente estranea”. Né, è sicuro, esistono messaggi che possano confermare le presunte rivelazioni: “Ho chiesto di vederli, io non li trovo. Li aspetto”.

Con Grillo non si sono sentiti nelle ultime ore, mentre con Conte, dopo la telefonata di mercoledì, ieri c’è stato uno scambio di messaggi e domani dovrebbero nuovamente parlarsi al telefono. Ma il premier è convinto di poter ricucire e superare questa tempesta politica. “Il governo non rischia perché l’interesse nazionale e l’interesse degli italiani sono preminenti”, né ci saranno rimpasti, perché “nessuno li ha chiesti”. Anzi, i “risultati importanti” dell’esecutivo, sia a livello nazionale che internazionale, “sono il merito di questa maggioranza, di saper prendere decisioni con generosità e con l’interesse dell’Italia come bussola. Abbiamo davanti molte sfide: la guerra, il Pnrr, i rincari dell’energia, la siccità. Sono convinto che potremo superare queste sfide se sapremo mostrare la stessa convinzione mostrata in questi mesi di governo”. E a proposito di queste priorità, Draghi annuncia che “l’Italia ha raggiunto tutti i 45 obiettivi del Pnrr per questo semestre” e che “ha già inoltrato la richiesta di 24,1 mld di euro”.

Un segnale importante di “serietà e credibilità”. Per quanto riguarda il costo dell’energia, il Cdm ha approvato il nuovo decreto bollette: “Abbiamo fatto – ricorda – provvedimenti che hanno stanziato per le famiglie 14 miliardi, continueremo a stanziarne. Per le bollette abbiamo stanziato 30 miliardi dall’inizio dell’anno e con i provvedimenti di luglio questo importo salirà ancora”. Sul fronte degli approvvigionamenti, ha rivendicato, “la dipendenza dal gas russo è scesa dal 40% al 25% già quest’anno, e gli stoccaggi stanno andando bene”, con una quota tra il 50% e il 60%. Infine per la siccità “da lunedì siamo pronti ad approvare i piani di emergenza delle Regioni” ma poi “occorrerà predisporre presto, subito, un piano per ovviare alle carenze infrastrutturali, un grande piano dell’acqua”. “E’ un momento di grande impegno: la guerra, la siccità, i rincari dell’energia, occorre essere tutti insieme e trovare la risposta”, conclude Draghi. Che ora dovrà convincere Conte.