Giornata fitta di incontri a Palazzo Chigi, in vista del passaggio in Consiglio dei ministri di una serie di provvedimenti complessi: dal dl contro il caro-bollette e carburanti alla road map per uscire dall’emergenza Covid fino all’accoglienza dei profughi in arrivo dall’Ucraina. Non tutti, però, potrebbero andare nel Cdm che dovrebbe riunirsi domani alle 15. Nella seduta, che sarà preceduta da una cabina di regia, dovrebbe essere infatti inserito solo il cronoprogramma per l’uscita graduale dalla pandemia. Il 31 marzo scade lo stato di emergenza e anche oggi il ministro della Salute Roberto Speranza ha ribadito che “non verrà rinnovato”. Domani in Consiglio andrà dunque la “road map” che porterà al graduale allentamento delle restrizioni. Sembra quasi certa la rimozione dell’obbligo di indossare le mascherine all’aperto. Possibile anche una anticipazione del termine dell’obbligo di super green pass (attualmente previsto il 15 giugno) per gli over 50 sui luoghi di lavoro. “Su ogni settore si andrà verso un alleggerimento delle misure, ma è necessario essere molto cauti”, ha precisato il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.
I ministeri sono invece ancora al lavoro per mettere a punto il corposo decreto relativo alla crisi in Ucraina e alle sue conseguenze. Per questo potrebbe essere convocato un nuovo Consiglio dei ministri venerdì, dopo l’incontro di Draghi a villa Madama con i primi ministri di Spagna, Pedro Sanchez, del Portogallo António Costa e di Grecia Kyriakos Mitsotakis (in collegamento). Sulla situazione della guerra, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha fatto questa mattina un punto con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Nel decreto dovrebbero entrare alcune misure per gestire l’accoglienza dei profughi. Al momento in Italia ne sono arrivati già 47.153, di cui 24.032 donne, 4.052 uomini e 19.069 minori. L’assistenza sarà gestita attraverso la rete dei Centri di accoglienza straordinaria (Cas) e del Sistema di accoglienza e integrazione (Sai), gestite dal Viminale. Di recente la capacità dei centri è stata aumentata rispettivamente di 5.000 e 3.000 unità. Prevista inoltre l’accoglienza diffusa, presso famiglie e in appartamenti, gestita da Enti del Terzo settore. Ma in entrambi i casi servono fondi per la prima accoglienza e l’integrazione. Sembra però tramontata l’ipotesi di nominare un commissario straordinario.
Strettamente legato alla crisi ucraina è il decreto contro il caro-bollette e gli aumenti dei carburanti. La difficoltà del settore degli autotrasporti è stata al centro di una riunione a Palazzo Chigi tra il sottosegretario Roberto Garofoli, il ministro alle Infrastrutture Enrico Giovannini e il viceministro Teresa Bellanova. I tecnici dei Ministeri coinvolti (Mise, Mite, Mef, Mims) sono al lavoro per mettere a punto il provvedimento e trovare le coperture. Il decreto dovrebbe prevedere un taglio delle accise su benzina e diesel (l’obiettivo è una riduzione del costo di 15 centesimi al litro) sfruttando l’extragettito Iva e la rateizzazione delle bollette di luce e gas. Tutto questo in attesa di interventi più consistenti, quando sarà definito il quadro di riferimento a livello europeo, dopo il Consiglio Ue del 24 e 25 marzo. Sullo stesso tema, e probabilmente nello stesso decreto, il governo interverrà anche per il rafforzamento del golden power, lo strumento che permette all’esecutivo di opporsi all’acquisto di imprese considerate strategiche.
La questione è stata al centro di una riunione oggi tra i ministri per la Transizione digitale Vittorio Colao e dell’Economia Daniele Franco e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli, presenti anche Alessandra Guidi, vice direttore del Dis, Nunzia Ciardi, numero due dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, e Biagio Mazzotta, ragioniere generale dello Stato. Non è escluso neppure che venga affrontato il tema della cybersicurezza, al centro di un confronto oggi tra governo e Regioni, con la ministra Mariastella Gelmini, il sottosegretario Franco Gabrielli, e Roberto Baldoni, direttore generale dell’Agenzia per la cybersecurity nazionale. Lo stesso Gabrielli, nei giorni scorsi, aveva lanciato l’allarme a proposito dell’antivirus russo Kaspersky, usato da molti Ministeri e uffici della Pubblica amministrazione, sia a livello centrale che periferico. Una scelta che in questo momento mostra rischi. Per questo l’obiettivo del governo è andare verso la dismissione dell’antivirus, garantendo anche le risorse per passare ad altri software.