L’obiettivo finale sono le regionali di fine anno in Francia. E’ soprattutto in quest’ottica che va letto il forte nervosismo che agita da settimane il Front National, soprattutto dopo la vittoria mutilata alle dipartimentali, e che oggi è sfociato in una decisione che ha quasi dell’incredibile: Marine Le Pen, infatti, temendo un “suicidio politico”, ha bloccato la candidatura del padre come capolista alle regionali in Provenza. Uno choc, una rottura politica e familiare, una pubblica presa di posizione senza precedenti che non consente marce indietro. Marine, 46 anni, ultima figlia di Jean-Marie e attuale leader del partito dell’estrema destra francese, di cui ha preso le redini nel 2011, ha bloccato la candidatura del padre Jean-Marie, 86 anni, fondatore del Front National, alle elezioni nel Paca, la regione meridionale della Provenza-Alpi-Costa Azzurra.
Dopo una serie di dichiarazioni controverse – inclusa un’ennesima sparata sulle camere a gas, definite ancora una volta un ‘dettaglio’ del nazismo – la strategia di Jean-Marie Le Pen “sembra volersi attestare a metà strada tra la tattica della terra bruciata e il suicidio politico”, ha affermato in un comunicato la figlia Marine. “Tenuto conto di questa situazione – ha scritto Marine, che da anni è impegnata in un’operazione di immagine per sdoganare il partito creato dal padre – ho informato Jean-Marie Le Pen che mi opporrò” alla sua candidatura alle elezioni regionali di fine 2015. “Il suo ruolo di presidente onorario non lo autorizza a prendere in ostaggio il Front National, neppure a lanciare provocazioni tanto rozze il cui unico scopo sembra essere solo quello di nuocermi”. La netta presa di posizione è stata confermata e sostenuta dal vicepresidente del Fn, Louis Aliot, che non a caso è anche l’attuale compagno di Marine. Aliot ha evocato “disaccordi politici ormai inconciliabili” con Jean-Marie Le Pen, dopo un intervento di quest’ultimo sul giornale ultraconservatore Rivarol, nel quale difendeva la figura del maresciallo Pétain, capo del governo collaborazionista di Vichy.
“L’intervista di JMLP su quello straccio (di giornale) antisemita è assolutamente scandalosa e i nostri disaccordi politici sono ormai inconciliabili”, ha scritto su Twitter Aliot. Pochi giorni fa JMLP ha avuto un battibecco anche con Florian Philippot, vice-presidente del Fn, a proposito dell’attentato a Charlie Hebdo che l’anziano leader ha ipotizzato essere stato compiuto dai servizi francesi. “Forse aveva bevuto un po di vodka prima”, ha ironizzato Philippot che poi ha aggiunto il carico da novanta, definendo Jean-Marie “ormai inoffensivo”. Otto mesi prima delle regionali, in programma il 6 e 13 dicembre, i sondaggi sono piuttosto incoraggianti per il partito di Marine che prevede già una campagna impostata proprio sulle chance di vittoria in una o più regioni. Di fronte a questa prospettiva, Marine non è più disposta a tollerare i “derapage” (così li chiama la stampa francese, le sbandate) del papà, neppure per amore filiale. Tanto più che in base a un sondaggio pubblicato sabato quasi un quarto dei francesi sarebbe disposto a votare Fn alle presidenziali del 2017.