Droga per finanziare il terrorismo islamico. La sezione antiterrorismo della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria ha disposto il sequestro di un ingente quantitativo, quasi 24 milioni di pasticche, di tramadolo, la cosiddetta “droga del combattente”, sbarcato al porto di Gioia Tauro, proveniente dall’India e diretto in Libia. La vendita al dettaglio del farmaco sequestrato avrebbe fruttato circa 50 milioni di euro, in quanto ciascuna pastiglia, sul mercato nero nordafricano e mediorientale, viene venduta a circa 2 Euro. Il tramadolo è una sostanza oppiacea sintetica, il cui uso è stato accertato negli scenari di guerra mediorientali, utilizzato sia come eccitante, sia per aumentare le capacità di resistenza allo sforzo fisico.
Secondo le informazioni, inoltre, il traffico di tramadolo sarebbe gestito direttamente dall’Isis proprio per finanziare le attività terroristiche in ogni parte del mondo. Parte dei proventi illeciti della vendita, infatti, sarebbe destinata a sovvenzionare gruppi di eversione e di estremisti operanti in Libia, Siria e Iraq. L’input per le indagini è stato dato dalla Guardia di Finanza di Genova che, nell’ambito di una operazione del maggio 2017, aveva proceduto a un analogo sequestro, nel porto del capoluogo ligure. L’operazione si è avvalsa anche della collaborazione della Dea americana e della Direzione Centrale dei Servizi Antidroga del Ministero dell’Interno oltre che del supporto del Comando Generale della Guardia di Finanza.