Droga a Palermo, smantellata rete di pusher a Borgo Vecchio

28 settembre 2019

Con l’operazione antidroga “Push Away” la Polizia ha smantellato una capillare rete di spaccio nel quartiere di Borgo vecchio a Palermo, che coinvolgeva interi nuclei familiari. I poliziotti del commissariato Centro hanno eseguito 23 misure cautelari nei confronti di altrettanti componenti dell’organizzazione, emesse del gip del tribunale di Palermo. Per 18 sono scattati gli arresti in carcere e ai domiciliari mentre per cinque e’ stato disposto l’obbligo di firma; sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, produzione, traffico e detenzione di stupefacenti.

Le indagini, avviate nel 2017, hanno documentato lo spaccio di hashish e marijuana in alcune zone del quartiere Borgo vecchio, dove era possibile reperire facilmente lo stupefacente per strada. L’organizzazione operava con il benestare della famiglia mafiosa di Borgo vecchio. E’ stata accertata l’esistenza di un forte vincolo associativo, testimoniato dall’esistenza di una cassa comune, dalla rigorosa ripartizione di ruoli in seno all’organizzazione e dall’esistenza di “regole” rigide con sanzioni nei confronti di chi “sgarrava”. Nell’ambito delle indagini su due coppie di coniugi e’ emerso, anche il ruolo di rilievo assunto dalle mogli, con il compito di “ragioniere” dell’associazione e all’occorrenza capaci di “bonificare” le abitazioni in caso di controlli delle Forze dell’Ordine. I nuclei familiari, inoltre, non si facevamo scrupolo di utilizzare anche minorenni, per trasportare la droga.

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DONNE MOLTO ATTIVE

“Sicuramente quella delle donne e’ stata una presenza attiva all’interno dell’organizzazione. Entrambe le mogli di due arrestati, Miceli e Madonia, avevano un ruolo attivo, soprattutto perche’ sapevano organizzare meglio dei loro mariti la distribuzione delle sostanze stupefacenti, e del ricavato dei soldi frutto dell’attivita’ di spaccio”. Lo ha detto a Palermo Lisa Iovanna, alla guida del commissariato Centro di via Bentivegna, in merito all’operazione Push Away. Le moglie, inoltre, si occupavano anche di indicare le eventuali sanzioni per chi sgarrava. Ad esempio, per chi tra i pusher chiedeva piu’ della percentuale stabilita, o per chi era in ritardo nei pagamenti2. Le sostanze stupefacenti venivano cosi’ vendute nel quartiere Borgo Vecchio, con centinaia di cessioni documentate dalla polizia, e “la clientela era un po’ diversa da quella della classica movida”.

Un’attivita’ svolta all’ombra della mafia. “Ci troviamo nel quartiere Borgo Vecchio – prosegue Iovanna – ci sono elementi univoci che ci fanno dire che il controllo di Cosa nostra c’era”. Secondo gli inquirenti, l’organizzazione si regolava in questo modo: “Il grosso quantitativo dello stupefacente erano appannaggio dei coniugi Miceli, che si appoggiavano anche a una rete di spacciatori, ma che poi in gran parte lo distribuivano ai coniugi Madonia che avevano a loro volta dei pusher. I Miceli, tra i propri collaboratori, avevano persino una rete di minorenni utilizzati per la vendita, a cui avrebbero partecipato attivamente anche i figli”.

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