Conti pubblici, duello fra Conte e la Commissione Ue. Governo teme la procedura di infrazione

L’Italia offre 5 miliardi ma non bastano. Per l’esecutivo gialloverde, “stime di Bruxelles irrealistiche”

000508ED-giuseppe-conte

“I conti vanno meglio del previsto”, e’ stato l’esordio del premier Giuseppe Conte al Consiglio europeo di Bruxelles, “il deficit e’ al 2,1% e non al 2,5%”, ci sono maggiori entrate e minori spese, la tesi. Ma i numeri forniti dall’Italia non sembrano bastare, l’operazione sull’aggiornamento del bilancio che verra’ completata mercoledi’ in Cdm non fa breccia nei partner europei. Da qui la fortissima preoccupazione sul fatto che la Commissione Europea ha intenzione di andare avanti. Una preoccupazione che Conte non nasconde ai suoi interlocutori. Ma in questo modo – la tesi anche nella sede del governo – si lascia spazio alla disaffezione dei cittadini nei confronti delle istituzioni e soprattutto alle tesi critiche degli ‘euroscettici’ che piu’ volte si alzano nell’esecutivo. Del resto la tesi di Salvini e Di Maio e’ in questo caso condivisa dal premier che ha sempre parlato della necessita’ di non avere atteggiamenti pregiudiziali nei confronti dell’Italia.

Si percorrera’ la strada del confronto e del dialogo, ma non si accettano diktat, la posizione dunque nel governo. Anche perche’ fonti governative sottolineano come, anche se previsto dai trattati, non sia possibile lasciare tutto il potere di negoziazione ad una Commissione uscente. Per Conte i fondamentali dell’economia sono a posto, la procedura di infrazione per disavanzo eccessivo e’ sbagliata. Il tema della procedura di infrazione nei confronti dell’Italia non e’ stato certamente l’oggetto del Consiglio europeo. Il tema sul tavolo e’ legato alle nomine, con la possibilita’ concreto che si arrivi ad uno slittamento della soluzione. In ogni caso il governo – viene ribadito – non ha intenzione di accettare tesi precostituite e si battera’ affinche’ l’iter della procedura venga fermata. Con Lega e M5s che sono pronti ad alzare le barricate e di andare allo scontro aperto con l’Europa. D’altro canto il premier ai partner europei ha confermato la volonta’ di tenere i conti in ordine e di rispettare le regole.

Ma di fronte ad un muro della Ue non basteranno le mosse del ministro dell’Economia, Tria, e dei tecnici del Mef. Servira’ una soluzione politica che M5s e Lega possano accettare. E visto che la manovra correttiva non rientra nei piani sara’ difficile – qualora la ‘missione’ di Conte non ottenesse risultati – trovare un ‘piano B’. La sensazione nel governo, invece, e’ che la Commissione Ue, proprio perche’ in scadenza, possa usare la mano pesante nei confronti dell’Italia e portare avanti un atteggiamento ‘punitivo’ per colpire i giallo-verdi. Per Palazzo Chigi la commissione uscente non dovrebbe avere un potere negoziale cosi’ forte, a dover trattare sulla procedura di infrazione per disavanzo eccessivo dovrebbero essere i nuovi vertici istituzionali. Cosi’ del resto si toglie all’Italia l’arma di negoziazione anche sulle nomine. Ma il premier mira a fermare in ogni caso la procedura. Tuttavia al momento i due miliardi congelati ed inseriti nella legge di bilancio e i risparmi (circa tre miliardi) su reddito di cittadinanza e quota cento non bastano.

La Commissione europea, secondo quanto si apprende, vorrebbe che l’Italia mettesse sul piatto perlomeno altri cinque miliardi. E riterrebbe dunque non sufficiente l’operazione dell’aggiustamento al bilancio portata avanti dall’esecutivo. Per Conte, pero’, i numeri forniti dalla Commissione europea non risultano corretti. Da qui la difficolta’ di far partire il confronto. Con Salvini che potrebbe anche agitare l’arma del voto contro l’Europa. Sullo sfondo poi c’e’ la partita sulle nomine Ue: l’Italia punta a chiudere su un pacchetto complessivo che comprenda anche la possibilita’ di evitare che alla Bce vada un ‘rigorista’. Prematuro parlare, riflettono fonti di palazzo Chigi, anche sul commissiario Ue che avra’ l’Italia. Nella sede del governo si punta ad un portafoglio economico e ad un appoggio della Merkel ma tutto dipendera’ dai nomi scelti per i vertici Ue.