E’ italo-islandese il più giovane presidente Corte Ue diritti umani

Il giudice islandese, e per metà italiano, Robert Spano è stato eletto Presidente della Corte…

Robert Spano

Il giudice islandese, e per metà italiano, Robert Spano è stato eletto Presidente della Corte europea dei diritti dell’uomo, il più giovane a sedere sullo scranno di Strasburgo. Il giudice Spano, attualmente vicepresidente della Corte, è giudice a titolo dell’Islanda dal novembre 2013 e ha il doppio passaporto islandese e italiano. Ha studiato legge in Islanda e nel Regno Unito e ha ricoperto vari incarichi giudiziari, accademici e come esperto giuridico, sia a livello nazionale che internazionale. Il giudice Spano succede all’attuale presidente, Linos-Alexandre Sicilianos (Grecia), oggi 18 maggio 2020.

La sua storia viene raccontata da Repubblica in un ritratto del giovane giudice, nato a Reykjavik, in Islanda, di padre napoletano. La sua carriera è stata definista dall`ex presidente della Cedu, Guido Raimondi, decano dei giuristi partenopei che ha lavorato con lui per 6 anni, “brillante”. “Il neoeletto presidente parla cinque lingue e si è occupato di inchieste delicate come quella sugli abusi sessuali interni alla chiesa cattolica islandese”, scrive il quotidiano. “Non sono qui per farti guadagnare soldi. Ma voglio insegnarti che un avvocato è una parte molto importante della democrazia”, dice di solito ai suoi studenti il primo giorno di lezione, come ha raccontato tre anni fa in un`intervista alla Scuola di legge di Bergen.

“I giornali islandesi raccontano le sue passioni: musica e canto, è ancora membro del coro maschile Fostbraedur. La sua storia ha attirato l`attenzione di studenti di giurisprudenza (si è dottorato a Oxford) e media. In un`intervista pubblicata sul canale YouTube del Consiglio d`Europa, si è schierato nettamente in difesa del diritto dei giornalisti di proteggere l`identità delle fonti. ‘Se alle fonti non venisse garantito l`anonimato, le informazioni non verrebbero alla luce e questo danneggerebbe il ruolo della stampa nella sua importante funzione pubblica che è di interesse generale'”. “Quando è stato eletto, il 20 aprile, ha spiegato che la Corte riceve in media ogni anno 45mila ricorsi, ma riesce a processarne tra il 5 e il 10%. ‘I Paesi da cui riceviamo il maggior numero di richieste sono Turchia, Russia, Ucraina, Romania e Ungheria. Spesso riguardano la lunghezza delle procedure locali e le condizioni di detenzione considerate degradanti'”, ha spiegato alla sua elezione.