E’ morto all’età di 92 anni il regista Citto Maselli. Nato a Roma il 9 dicembre 1930, ad appena 14 anni, in piena occupazione nazista, si distingueva già alla testa dell’Unione degli studenti italiani per sostenere i movimenti di liberazione. Figlio di un critico d’arte, respira in casa letteratura e arte (sua sorella Titina muove già i primi passi come pittrice), incontra ospiti illustri che presto lo spingono a partecipare alle lotte del Partito Comunista. “Con grande dolore – scrive in una nota il segretario di Rifondazione comunista, Maurizio Acerbo – debbo comunicare la notizia della morte, avvenuta poco fa, del compagno Citto Maselli. L`ho appena appreso dalla moglie, Stefania Brai, che gli è sempre stata vicina e a cui va l’abbraccio solidale di tutte le compagne e i compagni del Partito. Il cinema e la cultura italiana perdono un maestro e un grande regista, la sinistra un intellettuale militante e un esempio di rigore e coerenza, noi di Rifondazione Comunista un compagno imprescindibile”.
Partigiano a 13 anni, militante comunista a 16, Maselli si diplomava a 19 anni al Centro sperimentale a soli 22 anni già vinceva a Cannes per un “corto”. Sulla Croisette anche il suo debutto nel lungometraggio a 25 anni. Il suo esordio alla regia arriva con Gli sbandati nel 1956. Tra le sue opere ci sono I delfini; Gli indifferenti nel 1967 tratto dal capolavoro di Alberto Moravia. Nel 1970, Citto Maselli torna a tematiche a lui più vicine con Lettera aperta a un giornale della sera, interpretato da Nanni Loy, Piero Faggioni, Massimo Sarchielli, Paolo Pietrangeli, Giovanna Marini, Goliarda Sapienza (all’epoca compagna del regista) , Daniela Surina) Si tratta di un lungometraggio dal sapora autobiografico che racconta l’avventura di un gruppo di intellettuali di sinistra che, annoiati dalla routine quotidiana, decidono di fondare una brigata internazionale di combattenti per la guerra del Vietnam.
Il film successivo è Il sospetto, in cui Gian Maria Volonté veste i panni di un operaio iscritto al Pci che viene inviato dal comitato centrale del Partito Comunista d’Italia, esule in Francia, a Torino, con il compito di svelare l’identità di un infiltrato dell’OVRA. Tra gli anni ottanta e novanta, il cineasta italiano ha firmato quattro importanti opere che esplorano l’universo femminile. La prima è Storia d’amore (1986, Premio speciale della giuria e Coppa Volpi alla protagonista femminile Valeria Golino alla 43ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia). La seconda è Codice privato (1988, con Ornella Muti). la terza è Il segreto (1990, con Nastassja Kinski, Franco Citti, Stefano Dionisi), presentata al Festival di Berlino, L’ultima è L’alba (1991, con Nastassja Kinski e Massimo Dapporto), fuori concorso nella sezione ufficiale del Festival di Venezia.
Sempre al Lido, nel 1996, Maselli presenta fuori concorso Cronache del terzo millennio, incentrato sulla resistenza di un gruppo di condomini allo sfratto da un enorme caseggiato. Dopo il film per la tv Il compagno (1999, con Amanda Sandrelli e Lucio Zagaria) e il documentario Frammenti di Novecento (2004, presentato al Festival di Locarno fuori concorso), il regista torna al cinema con Civico zero (2007, con Ornella Muti, Letizia Sedrik e Massimo Ranieri) e Le ombre rosse (2009, con Valentina Carnelutti, Roberto Herlitzka, Ennio Fantastichini, Lucia Poli, Arnoldo Foà), presentato fuori concorso alla 66ª Mostra di Venezia. Il suo ultimo lavoro è datato 2012. insieme a Ugo Gregoretti, Carlo Lizzani e Nino Russo, Masella ha firmato il film-documentario a episodi Scossa, dedicato al drammatico terremoto di Messina del 1908.