Dal John F. Kennedy Space Center di Cape Canaveral (Florida) è partita alle 19:27 ora locale (le 01:27 in Italia) la missione spaziale con la capsula “Crew-1 Dragon” della Space X di Elon Musk, ribattezzata “Resilience”. La capsula, agganciata a un razzo Falcon e con a bordo 4 astronauti (gli astronauti della NASA Michael Hopkins, Victor Glover e Shannon Walker e l’astronauta della JAXA Soichi Noguchi), è diretta alla stazione spaziale internazionale. La missione durerà circa 6 mesi.
Un piccolo ritardo, dovuto a un detrito che si trovava nella guarnizione del portello che ha causato una non perfetta chiusura ermetica, ha creato un po’ di apprensione, ma ovviamente “la sicurezza prima di tutto”. La situazione si è comunque risolta entro i tempi stabiliti. Anche il tempo meteorologico ha destato qualche preoccupazione ma intorno alla mezzanotte (italiana) è arrivata la conferma che le condizioni erano sicure per il lancio. Quando mancavano 43 minuti al lancio, il braccio che collega la piattaforma di lancio alla capsula è stato ritratto, segnalando che tutto procedeva correttamente, pochi minuti dopo invece è iniziato il rifornimento con i propellenti e quasi contemporaneamente gli astronauti hanno abbassato le visiere dei propri caschi.
Adesso che il lancio è avvenuto con successo, bisognerà aspettare ancora (circa) 27 ore prima del docking con la ISS, inizialmente erano invece erano previste 8,5 ore. Interessante notare anche che il Falcon 9 utilizzato per SpaceX Crew-1 sarà riutilizzato per quella Crew-2 insieme alla Crew Dragon utilizzata per Demo-2. Lo scopo della NASA è quello di abbattere sensibilmente i costi di gestione delle missioni dirette verso la ISS, mentre per SpaceX rappresenta un modo per dimostrare, ancora una volta, la riusabilità dei propri sistemi. Dopo circa poco più di 9 minuti dalla partenza di SpaceX Crew-1, il primo stadio è atterrato correttamente sulla piattaforma nell’Oceano Atlantico chiamata Just Read the Instructions (JRTI), sorella di Of Course I Still Love You (OCISLY). Come sempre si tratta di un’operazione spettacolare con il primo stadio che rientra dagli strati alti dell’atmosfera modificando la sua traiettoria con le alette presenti sui bordi e con la gestione dei motori. Subito dopo l’atterraggio e lo spegnimento dei motori c’è poi la presa sicura di Octagrabber che si assicura che il razzo non si muova nonostante le onde del mare.