di Paolo Zappitelli
Il Papa chiede più sostegno dalla politica alla famiglia e il governo risponde mandando in aula al Senato il disegno di legge sulle Unioni civili, il testo che dovrà regolamentare i cosiddetti matrimoni gay. Una scelta di tempo sbagliata, apparentemente, visto che la Chiesa ha già espresso tutta la sua contrarietà alla proposta. Ma per Renzi si tratta semplicemente di una mossa da giocare sullo scacchiere interno del partito Democratico. Dopo aver ottenuto la resa “quasi” incondizionata da parte della minoranza Dem proprio sul ddl costituzionale il premier ha bisogno di concedere qualcosa di “sinistra” alla sua minoranza. E la legge sulle Unioni civili si presta a questo scambio, visto che è sostenuta da Sinistra e Libertà e dal Movimento 5 Stelle, qualche fuoriuscito grillino e soprattutto dai senatori verdinani. “La riforma? ha spiegato ieri proprio Denis Verdini – La voterei subito”. Con questa coalizione i voti per approvarla, anche a palazzo Madama, ci sono. Con buona pace dei senatori di Alleanza Popolare, il “gruppone” formato da gli ex Ncd e i reduci dell’Udc di Pierferdinando Casini, che ieri hanno protestato giurando che quel testo non lo voteranno mai. Una contestazione che non ha scalfito minimamente Matteo Renzi.
Il quale, anzi, ha approfittato della situazione per ribadire ancora una volta quanto poco tenga in considerazione gli alleati del Nuovo Centrodestra, sicuro di avere, di volta in volta, un soccorso diverso. Da Denis Verdini a Nichi Vendola. Il testo sulle Unioni Gay, riscritto in parte dalla relatrice Monica Cirinnà, è stato depositato ieri in Senato e dovrebbe essere messo in calendario subito dopo la riforma del Senato, il 13 ottobre e prima dell’inizio della discussione sulla legge di stabilità. Tra i punti più contestati c’è la cosiddetta stepchild adoption, ossia l’adozione da parte di uno dei due componenti di una coppia del figlio, naturale o adottivo, del partner. È la norma che Ncd contesta animatamente sostenendo che apre la strada a quello che definiscono “utero in affitto”, ossia la maternità surrogata. E ieri Maurizio Sacconi ha annunciato un emendamenti di Ap per renderlo “reato universale” anche per chi va all’estero.
Furioso l’ex ministro Maurizio Lupi: “La nuova versione del ddl Cirinnà sulle unioni civili è una inaccettabile forzatura di cui non comprendo il senso”. Anche Gaetano Quagliariello ha attaccato il Pd: “Il nuovo testo non cambia sostanzialmente nulla rispetto a omologazione matrimoniale, scardinamento della genitorialità e legittimazione dell’utero in affitto, e rappresenta invece lo strumento per una forzatura parlamentare che aggiungerebbe dissensi di metodo ai dissensi di merito che restano intatti. Spero, a questo punto, che tutto il mio Gruppo parlamentare ne prenda atto e si comporti di conseguenza”. Per il momento a comportarsi di conseguenza potrebbe essere proprio Gaetano Quagliariello che dopo il voto definitivo sulla riforma costituzionale potrebbe lasciare Ncd e approdare nei riformisti di Raffaele Fitto.