E’ sempre sfida Conte-Renzi, il premier avverte Italia Viva

Da Palazzo Chigi no a “ter” con i renziani. Il Quirinale osserva attento e preoccupato

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Sfida aperta tra il premier Giuseppe Conte e il leader di Iv Matteo Renzi, a poche ore dal Consiglio dei ministri che potrebbe essere l’ultimo del governo Conte-bis. All’ordine del giorno c’è l’approvazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma tutta l’attenzione è concentrata sulla crisi dell’esecutivo, che ormai pare scontata. A meno di clamorose sorprese dell’ultim’ora, c’è da capire quando Italia viva ritirerà le ministre Teresa Bellanova ed Elena Bonetti: potrebbe essere già alla fine del Consiglio, ma più probabilmente, secondo quanto si apprende, domani, magari con una conferenza stampa.

Dunque quella che pare prendere forma è la fine dell’attuale governo, con l’apertura di uno scenario al buio. A tirarsi fuori dall’ipotesi di un Conte ter con Italia viva è stato lo stesso presidente del Consiglio, che stamani ha fatto circolare il suo ‘no’ spiegando che se Matteo Renzi deciderà di sfilare il suo partito, per lui “sarà impossibile rifare un nuovo esecutivo con il sostegno di Iv”. Una linea sostenuta da tutto il M5s. “Perché se Renzi ritirasse i ministri dovremmo formare un nuovo governo con lui? È evidente che se lo facesse, non ci sarebbe possibilità di far nascere un nuovo esecutivo con Italia Viva”, dice tra gli altri Stefano Buffagni, viceministro allo Sviluppo economico.

La ‘velina’ di Palazzo Chigi potrebbe essere stata dettata da uno sviluppo positivo della ricerca di possibili “responsabili” oppure dalla convinzione che il senatore fiorentino stia bluffando. Comunque sia in realtà le parole del premier non sembrano far arretrare il leader di Italia viva, che stasera, a Cdm in corso, sarà in diretta a ‘Cartabianca’ su Rai3. “Se il presidente del Consiglio – ha commentato parlando con i giornalisti in Senato – ha preso questa linea, evidentemente è convinto di avere i numeri e va bene così. Noi andiamo all’opposizione”. Renzi ha lasciato comunque ancora ‘coperte’ le sue decisioni, spiegando che sarà fatta una valutazione dopo la seduta. Da parte sua il presidente del partito Rosato definisce “acclarato” che il governo Conte bis sia alla fine, ma allo stesso tempo spiega che “ha tutto in mano il presidente del Consiglio. Se ci dà le risposte, noi siamo pronti ad ascoltare”. E’ uno spiraglio ancora aperto o semplice pre-tattica?

Chi non si arrende alla fine dell’esperienza giallo-rossa è invece il Pd, che ribadisce la sua “contrarietà all’apertura di una crisi”, al termine di una riunione tra il segretario Nicola Zingaretti, il capodelegazione Dario Franceschini, il vicesegretario Andrea Orlando e i capigruppo di Camera e Senato, Graziano Delrio e Andrea Marcucci. Per i Dem è ancora possibile “approvare la bozza del Recovery Plan modificata con il contributo delle forze politiche, avviare il percorso parlamentare e impegnarsi per attivare in fretta le misure per il rilancio, l`economia, il lavoro”. E poi, “subito, da domani, su proposta del Presidente Conte si discuta e si approvi il patto di legislatura per affrontare i problemi aperti e per rilanciare l`azione di Governo”. Un appello che sembra però arrivare fuori tempo massimo: la macchina del Conte bis pare ormai lanciata verso la crisi, senza che nessuno possa (o voglia) tirare il freno. Con il Quirinale che osserva attento e preoccupato. askanews