Il colonnello Olivier Rafowicz, portavoce dell’esercito israeliano, ha dichiarato intervistato da Lci che si è verificato un “blocco nel trasferimento degli ostaggi” israeliani, i quali avrebbero dovuto essere rilasciati da Hamas in base a un accordo di tregua. Il portavoce ha accusato Hamas di non mantenere la parola data nonostante Israele abbia rispettato al 100% la tregua concordata. Il secondo gruppo di ostaggi israeliani, programmato per essere liberato come parte dell’accordo, non è ancora stato trasferito ai mediatori della Croce Rossa, secondo quanto riportato dalla radio israeliana Kan. I negoziati per il rilascio sono ancora in corso, con l’emittente che conferma che il primo gruppo di ostaggi è stato rilasciato in base all’accordo di tregua di quattro giorni.
Le tensioni tra le due parti emergono quando funzionari palestinesi accusano Israele di non rispettare l’accordo, in particolare riguardo ai criteri per il rilascio dei prigionieri palestinesi. Le Brigate al Qassam, l’ala militare di Hamas, hanno dichiarato che il rilascio del secondo gruppo di ostaggi israeliani sarà rimandato finché Israele non rispetterà completamente l’accordo. Il capo della commissione palestinese per le questioni dei detenuti, Qadura Fares, ha accusato Israele di non rispettare i termini dell’accordo bilaterale, affermando che ci sono indicazioni di una possibile crisi riguardo alla lista di prigionieri annunciata da Israele.
Il 7 ottobre, ricordiamo, Hamas ha lanciato un attacco missilistico su larga scala contro Israele dalla Striscia di Gaza, violando il confine e sequestrando persone. In risposta, Israele ha ordinato il blocco totale di Gaza, tagliando le forniture di acqua, cibo e carburante. La tregua di quattro giorni è stata dichiarata per permettere lo scambio di prigionieri e ostaggi, così come per consentire l’invio di aiuti umanitari a Gaza. Infatti, alcuni camion di aiuti sono entrati nella Striscia di Gaza, dal valico di Rafah, a Sud. Le Nazioni Unite hanno affermato che la pausa ha consentito di aumentare la consegna di cibo, acqua e medicine, molto più rapidamente dell’andamento dall’inizio della consegna di aiuti umanitari il 21 ottobre.
L’Onu ha fornito 129.000 litri di carburante – poco più del 10% del volume giornaliero prima dell’operazione militare – oltre a gas da cucina, per la prima volta. Secondo l’annuncio fatto dall’Unità di coordinamento delle attività governative nei Territori (Cogat), 200 camion sono entrati nella Striscia di Gaza con l’approvazione del gabinetto israeliano. I tir, entrati dal valico di Rafah, trasportavano cibo, acqua, attrezzature per rifugi e forniture mediche. Il Servizio carcerario israeliano, intanto, ha ricevuto la lista di 42 prigionieri palestinesi che dovrebbero essere rilasciati oggi come parte dell’accordo che prevede anche la liberazione degli ostaggi in mano ad Hamas. Ma il rinvio del rilascio degli ostaggi evidenzia la complessità dei negoziati in corso, con Hamas che condiziona la liberazione al rispetto da parte di Israele degli accordi precedentemente stabiliti.