Cultura e Spettacolo

“E’ stata la mano di Dio”, Sorrentino si racconta da ragazzo

“È stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino, primo film italiano in concorso alla 78esima Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia racchiude una vicenda personale del regista durante la sua giovinezza all’ombra di Maradona. Nel cast Luisa Ranieri, Tony Servillo, il giovane Filippo Scotti, Teresa Saponangelo. Una storia personale e importante che Sorrentino ha voluto rendere nel modo “più semplice ed essenziale” e che ha raccolto un lungo applauso nel corso della conferenza stampa.

Sorrentino ha raccontato che il film è giunto come un bilancio della vita. “Mi sono reso conto che avevo avuto una grande parte d’amore e dolore nella mia vita di ragazzo e l’ho declinato in un racconto cinematografico, l’ho fatto adesso perché ho l’eta’ giusta per farlo, ho compiuto 50 anni e mi sembrava il momento giusto”. Nel titolo del film si sintetizza la filosofia che attraversa il film che ruota attorno alla vita di Fabietto nel suo percorso dall’adolescenza alla maturità frutto del dolore.

“La frase è  bellissima e paradossale – ha aggiunto il regista – e detta da un giocatore di calcio rispetto all’unica parte che non si può usare, diventa straordinaria, del resto  io credo in un potere semidivino di Maradona”. Maradona che non ha potuto vedere questo film, per Sorrentino è un “grande rammarico proprio perché il mio grande desiderio era quello di  fargli vedere questo film, non ho avuto modo di parlargliene”. Toni Servillo che interpreta il padre di Fabietto quindi del regista ha sottolineato come nel corso della lunga collaborazione con Sorrentino abbia cementato la sintonia sul set. “Eravamo qui a Venezia proprio vent’anni fa, Paolo mi disse che avrebbe trovato la distanza giusta per raccontare questo episodio drammatico della sua vita”.

Teresa Saponangelo e Servillo sono i genitori del giovane Fabietto, “lo spunto che ci ha dato Paolo era di apparire molto innamorati. Ci siamo divertiti con la fantasia che fosse esempio di padre che fugge alle responsibilità. E che segnano il passaggio dalla spensieratezza alla maturità”. La scelta caduta su Filippo Scotti che interpreta appunto un giovanissimo Sorrentino è caduta per “l’assonanza con il ragazzo che ricordavo di essere quando avevo 17 anni – ha detto il regista – mi sembrava avesse caratteristiche simili per interpretare il personaggio. Ho trovato il coraggio di scrivere la sceneggiatura di questo film,  perché c’e’ voluto coraggio per me di affrontare un tema molto delicato”.

Filippo Scotti per calarsi in Fabietto ha cercato “di carpire il più possibile da Paolo, ho trascorso agosto a Napoli, immerso nella lettura di libri e film che potessero piacere a Fabietto, per trovare quella malinconia che l’estate trasmette”. Luisa Ranieri interpreta la zia di Fabietto-Sorrentino; “Quando ho letto la sceneggiatura – ha spiegato l’attrice – ho capito che nel personaggio di Patrizia c’era tutto. Mi è arrivato subito il dolore di questa donna che era pazza e combatteva contro un dolore che la faceva fuggire dalla realtà. Se poi la zia interpretata da Ranieri fosse proprio come la zia di Sorrentino, il regista ha chiuso con una battuta:”se avessi avuto una zia come Luisa la mia vita sarebbe stata diversa, ma posso dire che  i miei vicini di casa erano veramente amanti del Tirolo”.

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