Tregua sulla prescrizione all’interno della maggioranza. Italia viva continua a dichiararsi contraria alla legge Bonafede ma concede agli alleati una settimana per trovare un accordo. Dopo, però, arriveranno comunque in votazione gli emendamenti dei renziani al Milleproroghe che chiedono di sospendere gli effetti della riforma. Il momento della verità è dunque rimandato e nessuno strappo si è consumato oggi nell’aula della Camera chiamata a votare sulla pdl dell’azzurro Enrico Costa, ovvero quello stesso testo che punta a cancellare la legge Bonafede che i deputati di Italia viva in commissione avevano sostenuto insieme al resto delle opposizioni. Alla fine, grazie all’approvazione di un emendamento del resto della maggioranza, quella proposta era stata di fatto svuotata. Ma l’approdo in aula – peraltro proprio nel giorno della relazione del Guardasigilli alle Camere – avrebbe potuto generare nuovi distinguo nel fronte giallorosso.
Alla fine si è invece deciso di optare per un rinvio in commissione della proposta di legge. “Siamo in una fase avanzata dei lavori sulla riforma processo penale, anche sulla prescrizione molto è stato fatto, ma ci manca l’ultimo miglio”, ha detto prendendo la parola in aula il deputato di Leu Federico Conte. “Noi appoggiamo il rinvio perché contemporaneamente è in corso un lavoro su una cosa che non è secondaria”, “siamo al lavoro perchè al più presto il Consiglio dei ministri approvi una delega con tempi certi e ragionevoli del processo”, ha aggiunto il dem Walter Verini. Il rinvio è stato votato da tutta la maggioranza con l’eccezione proprio di Italia viva che ha scelto di non partecipare al voto. Esplicitando, però, attraverso Lucia Annibali, una apertura di credito a tempo.
“La nostra posizione sulla riforma della prescrizione – ha detto – resta di netta contrarietà e restano gli emendamenti al Milleprporoghe presentati da Iv che puntano a bloccare la riforma per alcuni anni”, “gli emendamenti saranno votati da qui a 10 giorni: è il tempo che vogliamo dare a maggioranza e governo per verificare se si può fare un lavoro condiviso e serio sulla riforma”. In mattinata era stato lo stesso ministro ad ammettere “divergenze nella maggioranza”, assicurando però che è in corso “un confronto serrato e leale”. A dare misura plastica della distanza, è stata anche la partecipazione di molti deputati renziani (ma anche del Pd) alla manifestazione indetta dai penalisti davanti a Montecitorio proprio per protestare contro la legge – entrata in vigore lo scorso 1 gennaio – che prevede lo stop alla prescrizione dopo il primo grado di giudizio. askanews