Edilizia, persi 85.000 posti in Sicilia. Nove mld per ‘ricostruire’
Dal 2008 ad oggi l’edilizia ha perso 85 mila posti. A fronte di questo sono disponibili 9 miliardi per infrastrutture, che potrebbero se spesi dare impulso allo sviluppo dell’Isola rimettendo in moto il settore. A sostenerlo è la Fillea Cgil Sicilia, che con il segretario generale Franco Tarantino annuncia l’avvio di una fase di mobilitazione della categoria “per ottenere risposte dal governo regionale”. Il punto della situazione del settore edile è stato fatto oggi nel corso del direttivo della Fillea Sicilia. “Il quadro- ha detto Tarantino- e’ desolante: dal 2008 ad oggi registriamo oltre 80 mila occupati on meno. Si è dimezzato il numero delle ore lavorate passando da 57 milioni a 28 milioni e si sono ridotti drasticamente, con un calo del 78%, il numero delle gare e gli importi passando dalle 1,238 del 2008 per un importo di 1 miliardo e trecento milioni alle 220 del 2015 per 276 milioni”. Il sindacato sottolinea che ci sono risorse dentro la legge di stabilità, per opere importanti come la velocizzazione della Palermo, Catania, Messina (780 milioni per un’opera dal costo complessivo di 5,2 miliardi), che devono essere attivate. Si aggiungono quelle del piano triennale per la sicurezza delle scuole (120 milioni) e i 2,5 miliardi che vengono richiesti nell’ambito del Patto per il Sud per strade, dissesto e bonifiche. La Fillea chiede che “non si perda tempo e che le risorse si trasformino subito in cantieri” e che “questo avvenga all’insegna della legalità. E’ chiaro che parliamo di un settore – ha sottolineato Tarantino- che vede troppe imprese in odore di corruzione di malaffare. Servono più controlli – ha aggiunto- e l’intervento dell’Autorità anti corruzione (Anac)“. Nelle piazze, la Fillea Cgil porterà anche la richiesta della modifica del sistema delle pensioni, col riconoscimento del carattere usurante del lavoro edile.