Egitto, attacco nella moschea: bombe e spari contro i fedeli in preghiera. Almeno 235 morti. Al Sisi: “Esercito vendicherà martiri”

24 novembre 2017

E’ salito ad almeno 235 il numero dei morti e oltre 100 dei feriti, nell’attacco contro la moschea di al Rawda nella regione egiziana del Sinai durante la preghiera del venerdì. Secondo un’emittente locale, l’attentato è avvenuto nel villaggio di al-Rawdah, vicino a Bir el-Abd, località a circa 40 chilometri da al-Arish, il capoluogo del governatorato. Per l’agenzia di stampa Reuters, che cita due testimoni oculari e una fonte delle forze di sicurezza, alcuni uomini armati non identificati, sospettati dalle autorita’ di far parte di gruppi islamisti, hanno lanciato oggi una bomba contro la moschea per poi aprire il fuoco contro i fedeli. L’attacco è iniziato con l’esplosione di un ordigno all’interno della moschea durante la preghiera di mezzogiorno. I fedeli in fuga sono stati poi colpiti dalle raffiche sparate dai terroristi che a bordo di quattro veicoli avevano circondato l’edificio. Si tratta del peggior attacco messo a segno in quattro anni di violenze nel Sinai da parte degli islamisti. Secondo un leader tribale e capo di una milizia dei Beduini impegnata contro i jihadisti dello Stato islamico (Isis), la moschea è nota come luogo di ritrovo dei Sufi, considerati eretici dall’Isis perché credono nell’intercessione dei santi. “L’esercito e la polizia vendicheranno i nostri martiri e ristabiliranno con la forza la sicurezza e la stabilità in tempi brevi”, ha dichiarato il presidente egiziano Abdel Fatah al-Sisi.

Leggi anche:
Apertura stellare per il 42 TFF, da Sharon Stone a Ron Howard

In passato i jihadisti hanno rapito e decapitato un anziano leader sufi, accusato di praticare la magia, e hanno sequestrato diversi fedeli sufi, poi rilasciati a seguito del loro “pentimento”. L’organizzazione egiziana dell’Isis ha ucciso negli ultimi anni centinaia di poliziotti e soldati, così come civili accusati di collaborare con le autorità, nella penisola del Sinai. E sono oltre 100 i cristiani rimasti uccisi negli attacchi messi a segno sia nel Sinai che in altre zone dell’Egitto. Il Grande Imam di al-Azhar, Ahmed el-Tayyeb, ha condannato con forza l’attacco messo a segno durante la preghiera di mezzogiorno nella moschea. Il governo egiziano ha proclamato tre giorni di lutto. Al momento nessun gruppo ha rivendicato l’attacco.  “Orrore per la strage terroristica nella moschea del Sinai. I nostri pensieri vanno alle vittime, la nostra solidarieta’ alle famiglie colpite e all’Egitto”, ha scritto su Twitter, Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti