È polemica sul confronto televisivo, in vista delle elezioni, previsto nel programma Rai Porta a porta, a cui dovrebbero partecipare solo Meloni e Letta. Il terzo polo va all’attacco, con Matteo Renzi e Carlo Calenda che chiedono un confronto a quattro, con anche Conte e lo stesso Calenda. Ufficialmente, alla prima serata di Porta a porta di giovedì 22 settembre, è in programma il confronto di un’ora tra Enrico Letta e Giorgia Meloni moderato da Bruno Vespa. Inoltre, sono stati invitati a partecipare anche Matteo Salvini, Giuseppe Conte, Silvio Berlusconi, Luigi Di Maio e Carlo Calenda. Ciascuno – si legge in un comunicato di Viale Mazzini – sarà intervistato per mezz’ora con modalità da stabilire. Porta a Porta è pronta a ospitare altri confronti nella stessa serata se ne maturassero le condizioni.
Apriti cielo. A sollevare il polverone è il leader di Azione Carlo Calenda. “Vi spiego cosa sta succedendo sui confronti. Letta e Meloni stanno dicendo a Rai (Bruno Vespa) e Corriere che sono pronti a confrontarsi solo tra di loro – scrive Calenda su Twitter -. Vogliono continuare questa stucchevole telenovela Sandra e Raimondo. Oggi scriveremo agli editori e ad Agcom. Accettare diktat da due dei quattro leader delle coalizioni è una violazione della parità di trattamento che i media offrono in ogni paese democratico. E al di là degli aspetti legali dovrebbero essere per primi giornali/televisioni a non chinare la testa davanti a queste pretese. Chiediamo pertanto formalmente al Corriere e alla Raiofficialnews di organizzare un confronto a quattro e di non sottostare a richieste inaccettabili da parte di Meloni e Letta che ledono la democrazia”. Per il leader di Azione, “neanche in Russia” il dibattito ufficiale per le elezioni avrebbe coinvolto solo due coalizioni.
Infatti, la scelta della Rai si basa sui leader delle coalizioni e non su quelli delle liste come il caso di Calenda e Conte. Come ribadisce il capo politico di Noi Moderati, Maurizio Lupi: “Prima di parlare di spazi televisivi, dibattiti e confronti, invitiamo Carlo Calenda e Giuseppe Conte a studiare la normativa. Azione e M5s non rappresentano una coalizione, ma una lista, come Noi Moderati”. Secondo Lupi, “Calenda e Conte hanno scelto di non presentarsi come coalizione per non affrontare lo sbarramento del 10%, ma solo quello del 3%, per cui non hanno alcun diritto di confrontarsi come coalizione o di avere il tempo a disposizione per le coalizioni. La legge non ammette furbizie e scorciatoie (art. 3 comma 5 regolamento commissione di vigilanza). Se vogliono i confronti con le coalizioni dovevano essere pronti ad accettare lo sbarramento del 10%”.
Per il deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi, che aveva già chiesto l’intervento del presidente della bicamerale Barachini: “Siamo di fronte ad una situazione senza precedenti”. Chiede l’intervento del Cda: “Altrimenti è doveroso e urgente che se ne occupi il presidente dell’Agcom Giacomo Lasorella”. Contestano anche i co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli e Eleonora Evi e il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, per i quali “è evidente una palese violazione della par condicio se rimanesse questo schema”. Mentre +Europa lamenta l’assenza nell’elenco di Emma Bonino. Ma la strada fino al 22 settembre è ancora lunga. Lo stesso Bruno Vespa è pronto a ripartire dal 30 agosto: dal 5 settembre quattro appuntamenti settimanali, lunedì compreso. Dal 5 settembre su La7 riparte Otto e mezzo e la programmazione culminerà con la maratona Mentana del 25/26 settembre che si concluderà in satira con Propaganda live il 26. Sky Tg24 già all’indomani dell’ufficializzazione della data delle elezioni, ha invitato tutti i leader di partito a misurarsi davanti alle telecamere, in base a un regolamento condiviso fra staff e redazione, in linea con i confronti Sky del passato.