Elezioni anticipate, governo tecnico o Renzi ancora in sella? Gli scenari dei leader politici
IL DOPO REFERENDUM Cosa succedera’ dopo il 4 dicembre, se dalle urne dovesse uscire la vittoria del Si’ oppure del No?
Elezioni anticipate o governo tecnico? Esecutivo di scopo per cambiare l’Italicum o governo Renzi pienamente in carica e legittimato dalla vittoria al referendum? Cosa succedera’ dopo il 4 dicembre, se al referendum costituzionale dovessero vincere i Si’ oppure i No? Questi gli scenari ipotizzati in questi giorni dai principali leader politici, e le loro richieste per il ‘giorno dopo’.
MATTEO RENZI. Il premier non ha finora mai spiegato pubblicamente cosa farebbe in caso di vittoria del Si’, ovvero se tra le ipotesi in campo c’e’ anche quella del rimpasto di governo o di un ritorno anticipato alle urne. Di certo, il suo esecutivo e la sua leadership uscirebbero rafforzati dalla vittoria del Si’. Il premier ha piu’ volte ribadito che, con la vittoria del Si’, la legge elettorale sara’ cambiata dopo il referendum, sulla base del lavoro svolto dalla Commissione Pd. Renzi, al contrario, e’ stato molto netto su cosa fara’ se dovessero vincere i No: “accadra’ che rimane tutto uguale a come e’ adesso, ma e’ chiaro che la fisiologica instabilita’ italiana produrra’ una classe politica aggrappata alla poltrona. Vogliono tornare a un sistema di inciuci”. A quel punto, per il premier una cosa e’ certa, “io non staro’ qui aggrappato al mantenimento di una carriera. Se vogliono il ritorno dei governicchi, io non saro’ della partita, non sto qui a galleggiare”. E in ogni caso, per Renzi “se vince il No sara’ il Pd a decidere le mosse nelle sedi competenti”.
LORENZO GUERINI. Il vicesegretario del Pd ha ipotizzato, qualora dovessero vincere i No, un ritorno accelerato al voto: “Se c’e’ la volonta’ politica, possiamo lavorare per arrivare a una nuova legge elettorale in tempi brevi e andare ad elezioni con una nuova legge elettorale presto, entro l’estate 2017”, precisando che “e’ del tutto evidente che l’indizione delle elezioni e’ prerogativa del Presidente della Repubblica”.
SILVIO BERLUSCONI. Il leader di Forza Italia e’ schierato contro la riforma costituzionale, ma qualora dovessero vincere i No non crede a un ritorno immediato alle urne: “Penso che questo governo rimarra’ in carica perche’ ha la maggioranza in Parlamento”. Per il leader di Forza Italia in caso di vittoria del No “e’ indispensabile sedersi al tavolo per fare una nuova riforma e una nuova legge elettorale”, anche con Renzi. In caso di vittoria del Si’, invece, “si creerebbe un vero regime” e quindi “sarebbe meglio andare in un altro Paese perche’ verrebbe meno la democrazia”. Qualche mese fa, a giugno, l’ex premier aveva sostenuto la necessita’ di un governo di unita’ nazionale, anche per modificare la legge elettorale.
BEPPE GRILLO. Il cofondatore del Movimento 5 Stelle, in caso di vittoria dei No, chiederebbe le elezioni anticipate: “Andremo dal presidente della Repubblica che decidera’ se andare o no alle elezioni. Noi vogliamo le elezioni, vogliamo che il popolo italiano decida da chi vuole essere governato”. “Non permetteremo a dei killer seriali di appropriarsi della nostra vita e della vita dei nostri figli: questo non e’ un voto pro o contro la Costituzione, li dobbiamo mandare a casa”.
LUIGI DI MAIO. Per il vicepresidente della Camera e membro del Direttorio a 5 Stelle se vince il No “non c’e’ alcuna disponibilita’ a un nuovo governo” che non passi attraverso le elezioni. “Non ci sara’ piu’ il governo Renzi e noi diremo al presidente della Repubblica che vogliamo andare alle elezioni il prima possibile”.
MATTEO SALVINI. Per il segretario della Lega si dovrebbe tornare subito al voto in caso di vittoria dei No: “in un Paese normale se vince il No Renzi si dimette e si torna al voto con qualunque legge elettorale, se no stiamo li’ a parlarne per un anno. Ci facciano votare con qualunque legge elettorale possibile”. E comunque “un governo di scopo non avrebbe mai i voti della Lega”. Se invece dovesse vincere il Si’, “Renzi si dimetterebbe, perche’ vuol far fuori tutte le opposizioni interne”.
GIORGIA MELONI. La presidente di Fratelli d’Italia e’ al fianco di Salvini: se vince il No subito al voto. “Se la maggioranza dei cittadini dice No tu devi andare a casa, a maggior ragione perche’ il governo Renzi non e’ stato eletto. A me va bene qualsiasi legge elettorale, e comunque non serve un governo per fare la legge elettorale, si puo’ fare con il governo Renzi dimissionario”. Meloni ha anche lanciato la proposta di fare le primarie del centrodestra il 5 marzo.
PIER LUIGI BERSANI. L’ex segretario del Pd, espressione della minoranza interna, non chiede le elezioni anticipate. “Se vince il No per me Renzi puo’ anche restare a Palazzo Chigi, magari sara’ un po’ acciaccatino. Io non ho problemi. Se invece Renzi se ne vuole andare, sara’ il presidente Mattarella a decidere il da farsi”.
MASSIMO D’ALEMA. Per l’ex premier se vince il No “non ci possono essere le elezioni anticipate. A quel punto diventa obbligatorio rifare le leggi elettorali. E si puo’ fare una limitata riforma costituzionale, col vantaggio che e’ sostenuta da tutti i partiti, trasversale”. La vittoria del No “non e’ un salto nel buio” e “non ci saranno elezioni anticipate. Nessuno di noi ha chiesto al presidente del Consiglio di dimettersi, ma se dovesse insistere sulle dimissioni, il Capo dello Stato e’ nelle condizioni nel breve volgere di qualche ora di indicare una personalita’ che possa guidare il Paese”.
GIANNI CUPERLO. Il deputato Pd, componente della minoranza interna al partito, ipotizza elezioni anticipate ma qualora vincano i Si’: “Le elezioni anticipate sono uno scenario possibile, per tante ragioni ma anche perche’, tutto sommato, i cittadini avrebbero anche il diritto di andare a votare”.
ANGELINO ALFANO. Secondo il ministro dell’Interno e leader di Area popolare-Nuovo centrodestra all’orizzonte, comunque vada il referendum, non ci sono le elezioni anticipate: “questo governo in caso di vittoria del No non cade. E penso sia anche giusto, perche’ il voto sul governo si da’ alle elezioni politiche, sarebbe un errore se Renzi desse le dimissioni”. Per Alfano “se vince il No Renzi deve andare avanti. Io gli continuo a sconsigliare le dimissioni perche’ altrimenti mortificherebbe quanto di buono il governo ha fatto finora”.
STEFANO FASSINA E ALFREDO D’ATTORRE: per i parlamentari di Sinistra italiana, se dovesse vincere il No “non succedera’ assolutamente nulla. Con la vittoria di Trump avevano promesso catastrofi e invece la situazione si e’ stabilizzata, anzi le Borse sono risalite”, e’ l’opinione di Fassina. Mentre per D’Attorre “non so se Renzi lascera’, ma cio’ diventera’ ininfluente perche’ sara’ una sconfitta politica. Ritorneranno regole democratiche e si andra’ al voto con una legge elettorale piu’ equilibrata”.
MARIO MONTI. Nessun voto anticipato per l’ex presidente del Consiglio, schierato per il No. In caso di sconfitta del Si’ “non vedo perche’ Renzi dovrebbe lasciare il governo”.