Terremoto nella sinistra: Azione rompe il patto elettorale con il Pd. E Matteo Renzi gongola rilanciando il terzo polo. “Non intendo andare avanti con questa alleanza”, ha detto il leader Carlo Calenda intervenendo a Mezz’ora in più” su Rai3. “L’ho comunicato poco fa al Pd”, ha aggiunto il numero uno di Azione. “E’ una delle decisioni più sofferte che ho preso da quanto sono in politica”, ha puntualizzato. La coalizione di centrosinistra è come “una grande ammucchiata di persone” stigmatizza l’ex ministro dello Sviluppo Economico, evidenziando che “l’ingenuità da parte mia è stato pensare che veramente il Pd fosse pronto a fare la sua parte e cioè che la sinistra la rappresentavano loro senza correre dietro a Bonelli e Fratoianni. La coerenza in politica è fondamentale, ho sbagliato”. Uno scenario che vede irrompere Matteo Renzi, leader di Italia viva pronto a riprendere il progetto centrista del terzo polo. “Tra tante difficoltà, internazionali e domestiche, ora è il momento della Politica con la P maiuscola. Abbiamo una opportunità straordinaria #TerzoPolo”, puntella Renzi dopo la rottura del patto elettorale col Pd decisa dal leader di Azione Carlo Calenda.
E ha spiegato che “alla vigilia di queste elezioni ho intrapreso un negoziato con il Pd perché non ho mai avuto come obiettivo quello di distruggere il Pd. Ho fatto negoziato con Letta con in testa l’idea di costruire un’alternativa di governo. Mano a mano che la negoziazione andava avanti si aggiungevano pezzi che stonavano, e in particolare che l’accordo si basava sul rifiuto dei M5S. Oggi mi trovo a fianco a delle persone che hanno votato 52 volte la sfiducia a Draghi e che hanno indebolito il dibattito pubblico italiano. Allora mi sono un po’ perso. Sono andato da Letta e gli ho detto: rinuncio ai collegi e alleiamoci insieme. Ero pronto ad accettare anche solo il 10%”, ha rivelato Calenda rispondendo alle domande di Lucia Annunziata. Insomma, “questa coalizione è fatta per perdere. C’era l’opportunità di farne una per vincere. La scelta è stata del Pd. Non posso seguire una strada dove la coscienza non mi porta perché sono libero e non faccio politica per obbligo”. E ora? “Costruiremo liste molto forti e presenteremo una proposta molto netta, andremo per il Paese e diremo per la prima volta potete votare per”.
“L’unica promessa – ha detto ancora il numero uno di Azione – è che non faremo promesse. Ci siamo impegnati a provare fare la politica come gli italiani l’hanno sempre chiesta. Se gli italiani non rispondono vuol dire che vogliono quell’altro tipo di politica. Se il Paese mi seguirà bene. Altrimenti vorrà dire che ho sbagliato lavoro e ne pagherò le conseguenze”. Ma la porta di Italia viva non è certo completamente chiusa. “La mia strada è convergente con quella di Matteo Renzi? Lo vedremo. Di certo che io terrò è un tasso di idealità molto forte”. “Renzi? Non l’ho sentito. So solo che come non si fa politica contro la destra e la sinistra non si fa politica con chiunque. Bisogna spiegare agli italiani come si intende governare”, ha aggiunto Calenda precisando di non aver ancora ricevuto “nessun segnale” da Renzi. Nel frattempo però, ha tenuto a sottolineare, “ho ricevuto una quantità di contumelie dai renziani come mai prima nella mia vita, qualunque scelta non coincida con quella di Renzi per loro è una scelta da traditore della patria”. Enrico Letta commenta con un tweet lo strappo: “Ho ascoltato @CarloCalenda. Mi pare da tutto quel che ha detto che l’unico alleato possibile per Calenda sia #Calenda. Noi andiamo avanti nell’interesse dell’Italia”. Intanto, l’aria interna alla sinistra si fa sempre più pesante dopo l’intesa siglata da Letta con Luigi Di Maio, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. Eloquente il presidente di Ali, Autonomie Locali Italiane, e coordinatore sindaci del Pd Matteo Ricci: “Spero che PiùEuropa non segua questo delirio. So che per loro la politica è una cosa seria, gli accordi per il Paese si rispettano”. E proprio dal segretario di +Europa, Benedetto Della Vedova, la conferma di “rispettare” l’accordo con il Pd. “Noi cinque giorni fa abbiamo sottoscritto un patto elettorale e di governo con Enrico Letta per proseguire le politiche del Governo Draghi – ha detto Della Vedova -. Letta sta rispettando quel patto, lo dobbiamo rispettare anche noi”.
Le reazioni
E già arrivano le prime reazioni. “Carlo Calenda scappa perché ha saputo quel che io prevedevo da giorni: Enrico Letta ha in tasca l’accordo M5S e lo tirerà fuori”. Lo scrive su twitter Gianfranco Rotondi, presidente di Verde e Popolare. “A sinistra caos e tutti contro tutti! – dice invece il leader della Lega Matteo Salvini dopo le ultime parole di Carlo Calenda -. Avanti compatti, Lega e Centrodestra, con il bene dell`Italia come unico obiettivo. Il 25 settembre si cambia!”. “In politica contano le relazioni tra persone e il reciproco rispetto pur nelle differenze. Per questo esprimo vicinanza e sostegno a Enrico Letta”. Lo scrive in una nota Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde “Continuiamo a lavorare con responsabilità per la democrazia, la giustizia sociale e ambientale confermando la nostra alleanza. Prendo atto della decisione di Calenda che ha scelto gli interessi del suo partito anziché rafforzare il campo per battere la destra” conclude. “Sinistra sì.. sinistra bohà sinistra no! – afferma il presidente di Italia al Centro, Giovanni Toti -. Questo sì che è decisionismo! Quasi una scelta al giorno, una diversa dall’altra. Gli italiani non meritano questi balletti, meritano coerenza, concretezza e responsabilità. Noi del centro, quello vero, siamo concentrati sui nostri obiettivi a prescindere dagli umori, dalle minoranze rumorose e dai social. Lo abbiamo dimostrato in Liguria, lo dimostreremo in tutta Italia”.
Al presidente del M5S Giuseppe Conte non piace affatto l’eventualità che il segretario del Pd Enrico Letta, ora che è saltato l’accordo elettorale con Azione, possa riaprire al M5s e consiglia a Letta di offrire “i collegi che si sono liberati a Di Maio, Tabacci e agli altri alleati”. “In molti in queste ore – scrive Conte Su Facebook – mi chiedono cosa ne sarà del ‘campo largo’ di Letta dopo il broncio di Calenda, le voraci pretese di posti sicuri di Tabacci e Di Maio, i veti incrociati e le repentine giravolte. Non spetta a me la risposta. Per parte mia posso solo dire che questo disastro politico mi sembra lontano anni luce dal progetto riformistico realizzato durante il Conte II”. “Qualcuno mi chiede: e se ora Letta riaprisse al Movimento? Provo a dare una mano e a evitare ulteriori imbarazzi, dopo le dannose decisioni che sono già state prese. Noi non siamo professionisti della politica – prosegue Conte -. Il balletto di questi giorni, tra giochi di potere e spartizioni di seggi, ci ha lasciati stupefatti. Noi condividiamo con i comuni cittadini una visione della politica diversa. È per questo che già con Draghi e ancor più in questi giorni abbiamo parlato solo di temi: tutela dell’ambiente, salario minimo, lotta al precariato, sostegni ben più consistenti a imprese e famiglie e tante altre priorità che ci vengono suggerite dai bisogni reali dei cittadini”.
“Calenda ha stracciato l’accordo che lui stesso ha firmato – afferma il ministro della Difesa ed esponente Pd Lorenzo Guerini -. Non c’è altro da aggiungere. Dopodiché basta, giriamo pagina. Il Pd con responsabilità e generosità ha lavorato per unire. E andiamo avanti con le forze che hanno condiviso con noi questo impegno”. “Adesso parliamo dell’Italia – prosegue Guerini -, delle nostre idee per il futuro del nostro Paese contro una destra che ci allontana dall’Europa e ha idee tanto demagogiche quanto dannose per la vita dei cittadini”. “Grazie al coraggio di @CarloCalenda da oggi l`Italia, tra la sinistra di Fratoianni e la destra filo Orbàn, avrà una proposta popolare, liberale e riformista, che guarda al metodo Draghi e mette il bene del Paese prima di qualsiasi calcolo elettorale – afferma Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali e le Autonomie -. Forza Carlo, avanti insieme”. “A testa alta per costruire una nuova casa per i liberali e i moderati, per i riformatori autentici, capaci di fare e non solo di promettere!”. Lo scrive su Facebook Mara Carfagna, ministro per il Sud e la Coesione territoriale, spiegando che “Azione ha scelto di correre senza alleanze a sinistra”. “É una scelta difficile – ammette Carfagna -: dovremo batterci con un sistema elettorale fatto apposta per favorire gli estremismi. Ma é una scelta leale con gli elettori e giusta per i tanti italiani che chiedono coraggio e trasparenza. Saranno loro i nostri alleati, e sono certa che ogni giovane preoccupato per il suo futuro, ogni anziano che teme per la sua pensione, ogni imprenditore che guarda alla salute della sua azienda, tra poco si dirá: perché dovrei votare per chi da anni vende progetti irrealizzabili? Perché non scegliere chi vuol dare continuità al miglior governo dell’ultimo decennio, quello di Mario Draghi? Perché non scegliere Azione?”.
“Il tentativo del Pd di costruire una alleanza con Azione ha consentito di mettere in chiaro, di fronte agli italiani, di chi è la responsabilità della rottura in modo evidente e inconfutabile. La toppa di Calenda è peggio del buco. Quando uno dice che non è di sinistra né di destra, di solito sta per collocarsi a destra. Calenda non fa eccezione”. Lo scrive su facebook il ministro del Lavoro e deputato Pd Andrea Orlando. “E adesso quale sarà la priorità del Pd? Le proposte per aiutare le famiglie? No! Le proposte per le imprese? No! Ora bisogna redistribuire i seggi dopo l`addio di Azione… poltrone, poltrone, poltrone…!”. Lo scrive su Twitter il sottosegretario alla Difesa e deputato di Forza Italia, Giorgio Mulè. “Gli attacchi che sta subendo Carlo Calenda per aver dimostrato che esiste ancora la possibilità di ridare speranza e credibilità alla politica dimostrano che siamo sulla strada giusta. L’unico interesse da perseguire è quello dell’Italia, per qualcuno non è così”. Lo scrive su Twitter Matteo Richetti, presidente di Azione.
“Carlo la trottola cambia ancora una volta posizione e oggi dice che va per conto suo, dopo aver siglato un patto con il Pd. Il suo mini-cartello si spacca e rende ancora più inutile e marginale il voto dato a Calenda. La sfida per il governo dell’Italia è tra la coalizione di centrodestra, unita da un programma serio e attuabile, e le sinistre – mai così frammentate come oggi – delle tasse e della patrimoniale. Altri ‘poletti’ non hanno possibilità di affermazione, ma servono solo a sprecare voti”. Lo dichiara il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. “A maggior ragione – puntualizza Gasparri – diventa centrale e fondamentale il ruolo di Forza Italia, incisiva presenza dei moderati nel centrodestra. Il vero voto utile che fa la differenza per una affermazione politica e numerica del centrodestra. Forza Italia è da sempre realtà di garanzia della nostra coalizione, che governa coesa la maggior parte delle Regioni italiane. Scelte per le trottole, a ore alterne più o meno amiche della sinistra, servirebbero solo a creare confusione e disperdere forze. Per fortuna non succederà. Il centrodestra stravincerà e Forza Italia sarà il forte riferimento moderato, liberale e popolare della nuova maggioranza e del nuovo governo”, conclude.
“Io non so cosa sia accaduto” in questi pochi giorni trascorsi dalla sigla dell’accordo tra Azione, +Europa e Pd, “personalmente sono molto dispiaciuta, politicamente incredula”. Lo ha detto la senatrice di +Europa Emma Bonino a In Onda su La7 dopo la rottura dell’accordo elettorale decisa dal leader di Azione Carlo Calenda. “La bozza dell’accordo, per ironia della sorte, era stata scritta da Calenda”, ha aggiunto Bonino, sottolineando che “la serietà è innanzitutto è tenere fede alla parola data. Non è serio cambiare opinione ogni tre giorni, specialmente per chi si candida a partecipare al governo di un Paese”.