Politica

Europee: da Polonia a Svezia, Baltico al voto tra minacce russe e sovranisti

Il 9 giugno per i polacchi ha il sapore di una tappa finale in una lunga maratona elettorale che va avanti dall`autunno 2023 e che ha visto un cambio significativo per lo scranno del primo ministro: i partiti della coalizione democratica guidata da Donald Tusk alla fine dello scorso anno ottennero la maggioranza, ma i sovranisti del Pis (Diritto e Giustizia) di Jaroslaw Kaczynski restano il primo partito e guardano alle presidenziali di fine 2025. I seggi elettorali saranno aperti dalle ore 7 alle 21.

Questa volta i polacchi eleggeranno 53 membri del Parlamento europeo per la legislatura 2024-2029 (per un totale di 720 deputati) in base a una semplice regola Ue: più grande è il paese in termini di popolazione, più rappresentanti ha. Mentre altri come Svezia, Finlandia, Lituania, Lettonia ed Estonia eleggono rispettivamente 21, 15, 11, 9 e 7 eurodeputati. In tutto 116 deputati da Paesi con affaccio sul Baltico e problemi di vicinato russo simili, dopo che proprio in queste ultime settimane Mosca ha lasciato filtrare di voler modificare i confini marittimi nel bacino: ennesimo atto intimidatorio in una stagione complessa.

I temi chiave elettorali sono numerosi, in parte interni e legati all’economia. Ma è innegabile che la guerra in Ucraina (ormai giunta al suo terzo anno) e l`avanzata della Russia sul campo di battaglia hanno causato nervosismo in particolare nei paesi Ue confinanti con la Russia che un tempo facevano parte del blocco sovietico o del patto di Varsavia: da una parte la paura di essere `i prossimi`, dall`altra le conseguenze del far fronte al problema degli aiuti a Kiev e dell`accoglienza per chi scappa dalla guerra. I temi legati alla sicurezza – non militare, ma anche energetica – sono in cima all`agenda della campagna elettorale europea nei Paesi baltici. Molto divisivi.

E le ricadute sull’economia restano numerose. A Varsavia, ad esempio, il costo degli appartamenti ha visto una crescita impressionante, dovuta principalmente agli investimenti di quegli ucraini che hanno ritenuto di spostare i loro beni là. E ora per un giovane nato nella capitale polacca, acquistare una casa è improponibile. Altra storia è la crociata degli agricoltori polacchi contro Kiev: una vicenda complessa, ma che ha anche lei una parte centrale in queste vicende elettorali.

Polonia il peso massimo (53 seggi)

Nelle europee del 2019 l`affluenza alle urne in Polonia è stata del 45,68% e questo evidenzia già un’impasse per questo tipo di consultazione: giugno è mese di vacanza a quelle latitudini. E la grande politica internazionale, si mescola alla posizione forte presa rispetto alla guerra in Ucraina. Ma anche alle questioni più dirette e urgenti per i polacchi: l’UE è vista soprattutto come un club d`élite di paesi democratici alla quale Varsavia appartiene da 20 anni (all’inizio del mese ha festeggiato l’anniversario dell’ingresso). Si tratta di una comunità costruita su fondamenta stabili di stato di diritto e libertà civili. Ma la lunga permanenza del PiS al governo si fa sentire e le donne polacche, ad esempio, hanno meno diritti, a partire dall’aborto, rispetto ai tempi dell’adesione.

In base all’ultimo sondaggio Ipsos diffuso in queste ore da Pap, il testa a testa è ancora invariato, proprio come alle politiche di fine 2023. Il 30% delle persone dichiara di votare per il PiS aderente al Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (Ecr) alle elezioni del Parlamento europeo. Il 29% degli intervistati, sceglierebbe Coalizione Civica (Ko, centrodestra, parte del Partito popolare europeo a Strasburgo). Chiude il podio Confederazione, ossia l’estrema destra legata all’europeo Identità e democrazia (Id), che ottiene il 13%. Altri posti sono occupati da Trzecia Droga, ovvero Terza via aderente al Ppe e a Renew Europe (9%) e Lewica, ovvero la sinistra aderente a Socialisti e democratici (8%). L’indagine è stata condotta dal 22 al 25 maggio di quest’anno su un campione rappresentativo a livello nazionale di 1.000 polacchi adulti.

Il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski – figura fondamentale nel riportare Varsavia al centro della politica estera europea e ampiamente visto come uno dei migliori candidati per un ruolo di alto livello presso la Commissione Europea – in questi giorni ha chiesto un voto a maggioranza per le sanzioni dell`Ue e per una brigata meccanizzata europea composta da 5.000 uomini, e ha affermato che la Polonia è disposta a sostenere un programma a livello Ue per incentivare gli ucraini renitenti alla leva a tornare in patria. Sikorski ha inoltre affermato che la Polonia sostiene il diritto dell`Ucraina di colpire obiettivi militari all`interno della Russia e l`Occidente deve smettere di limitarsi costantemente in ciò che fa, per sostenere l`Ucraina.

Ma come noto l`uso da parte dell`Ucraina di armi statunitensi – e più in generale occidentali – sul territorio russo è tema divisivo non solo nell`Ue, anche all`interno dell`amministrazione Usa. Sullo sfondo di dolorose esperienze storiche, la Lituania e gli altri Stati baltici, l`Estonia e la Lettonia, ma anche la Polonia e la Finlandia, si sentono particolarmente minacciati dalla Russia. Soprattutto loro sono diventati sempre più bersaglio di attacchi di guerra ibrida da parte del Cremlino che si tratti della strumentalizzazione dei migranti, contrabbandati oltre confine, o di astrusi giochi sullo spostamento dei confini nel Mar Baltico. Da ultimo Tusk ha affermato che una serie di attacchi incendiari sia in Polonia che in Lituania sono stati orchestrati dalla Russia.
Lituania (11 seggi)

In tutti questi Paesi c’è grande desiderio di stabilità. Come dimostra ad esempio la recente rielezione di Gitanas Nauseda con una netta vittoria al ballottaggio presidenziale in Lituania, assicurandosi un secondo mandato con il 74,43% dei voti. Nessun candidato presidenziale si è mai assicurato una percentuale più alta in un ballottaggio, in questo membro della NATO che svolge un ruolo strategico sul fianco orientale. Ma va notato che quasi tutte le precedenti elezioni del Parlamento europeo sono coincise con il voto presidenziale della Lituania. L`eccezione è stata il 2009, quando l`affluenza alle urne è stata solo del 21%.

E ora, con le europee del 9 giugno quando si teme un`affluenza molto bassa, anche se secondo l`ultimo sondaggio Eurobarometro, i lituani rimangono una delle nazioni più pro-Ue dell`Unione e vorrebbero che Bruxelles si concentrasse maggiormente sulla lotta alla povertà, affrontando le questioni sanitarie ed economiche, la difesa e la protezione delle frontiere. Ma opinioni euroscettiche si possono trovare anche nei Paesi Baltici. Un esempio è il Partito Lituano Alleanza Nazionale che afferma che il suo obiettivo è la ‘sopravvivenza della nazione lituana’.

I lituani sono inoltre tra i maggiori sostenitori dell’adesione dell’Ucraina all’Unione europea: l`86% degli intervistati – e una media del 72% dei cittadini in tutti i paesi dell`UE – sostiene l`assistenza finanziaria all`Ucraina, mentre l`83% dei lituani è favorevole all`invio di sostegno militare all`Ucraina, rispetto a una media del 60% negli altri paesi dell`UE. Il centrosinistra lituano prevede grandi guadagni. Il Partito socialdemocratico (LSDP), affiliato al gruppo S&D (Socialists & Democrats) di centrosinistra, ha ricevuto il 15,9% dei voti alle elezioni europee del 2019 e ha inviato due eurodeputati a Bruxelles. L’anno successivo, il partito si è comportato male alle elezioni parlamentari, ricevendo poco più del 9% dei voti.

Tuttavia, gli ultimi quattro anni all`opposizione sembrano aver avvantaggiato l`LSDP poiché recenti sondaggi mostrano il partito in testa, con il 24% di sostegno. Ciò li pone più di dieci punti avanti rispetto alla Homeland Union, che attualmente è al secondo posto nei sondaggi ma che alle precedenti elezioni europee aveva portato a casa il grosso. C`è poi un piccolo partito di minoranza polacca, affiliato all`ECR (Conservatori e Riformisti), chiamato Azione elettorale dei polacchi in Lituania – Alleanza delle famiglie cristiane (EAPL-FCA) che detiene attualmente un seggio al Parlamento europeo, dopo aver ricevuto il 5,5% dei voti nelle ultime elezioni europee. Ma potrebbe perderlo, visti i recenti sondaggi che collocano il sostegno al partito intorno al 2%.

Svezia (21 seggi)

Dopo il grande successo per l`estrema destra alle elezioni del 2022, la Svezia si avvia alle urne con grande attenzione internazionale sui Democratici Svedesi legati all`ECR, che hanno raggiunto il picco del 23% lo scorso anno. Il Paese, neo membro Nato, vede attualmente questa formazione al 20% come anche il partito moderato affiliato al PPE. Davanti a questi due partiti c`è il Partito socialdemocratico affiliato al S&D, che secondo recenti sondaggi ha poco più del 30% di sostegno.

Si tratta di un aumento sostanziale rispetto al sostegno ottenuto dal partito alle ultime elezioni europee, pari a circa il 23%. Al quarto posto c’è il partito della sinistra affiliato alla GUE/NGL, che occupa l’8%. Il Partito dei Verdi e il Partito di Centro hanno entrambi il 5% di sostegno. Va inoltre notato che per la prima volta Stoccolma si presenta a questo traguardo elettorale dopo aver completamente rinunciato alla sua posizione di neutralità militare di lunga data, a favore di una maggiore sicurezza militare. In seguito all`invasione dell`Ucraina da parte della Russia nel 2022, la Svezia, che confina con la Russia, ha deciso di rinunciarvi.

Finlandia (15 seggi)

In Finlandia il voto (anticipato) per le europee è già iniziato e proseguirà sino al 4 giugno e all`estero dal 29 maggio al primo giugno 2024. Ma il giorno delle elezioni resta domenica 9 giugno 2024. E il tema della vicinanza con la Russia, mai come in questi luoghi si fa sentire alle urne. Su questo sfondo le elezioni parlamentari della primavera dello scorso anno hanno mandato al potere l`alleanza più di destra della storia finlandese: la Coalizione Nazionale (legata al PPE) del Primo Ministro Petteri Orpo, il Partito Finlandese (di estrema destra, ECR), il Partito Popolare Svedese (Renew Europe) e i Democratici Cristiani (PPE).

Secondo le previsioni elettorali finora effettuate, si può affermare con ragionevole certezza che la Coalizione è di nuovo la numero uno: probabilmente otterrà quattro rappresentanti in parlamento. E le proporzioni non dovrebbero variare più di tanto: il partito di estrema destra dovrebbe mantenere i suoi due seggi. Il tutto mentre i Verdi e la sinistra stanno perdendo voti nelle fasce più giovani – dicono i sondaggi – a favore dell`estrema destra.

Lettonia (9 seggi)

Per quanto piccola la Lettonia ha un peso strategico non indifferente e il politico lettone di Nuova Unità Valdis Dombrovskis che ha rappresentato per Riga in Commissione Europea un peso specifico non indifferente. Oggi rispetto alle ultime elezioni, la Lettonia ha diritto a un deputato in più pur con un panorama di voto abbastanza frastagliato.

Alleanza Nazionale (ECR) ha il più alto sostegno tra i potenziali elettori secondo l`ultimo sondaggio pubblicato dalla radiodiffusione pubblica LSM: 11%, in aumento rispetto al sondaggio di marzo. Nuova Unità (PPE) è al secondo posto ma in calo: 8,1%. Il terzo è Harmony (S&D), che ha ottenuto il 7,1% a maggio ed è in vantaggio rispetto al sondaggio precedente. In crescita anche i progressisti, con il 5,9% dei potenziali elettori a sostenerli a maggio. Il partito ‘La Lettonia per prima’ ha un sostegno simile (5,8%) ed è anch’esso in rialzo.

EstoniaA (7 seggi)

L`Estonia ha diritto a un eurodeputato in più rispetto al passato. Attualmente in testa ai sondaggi elettorali sono i socialdemocratici, che stanno raccogliendo molto più consensi di quanto non ne abbiano nella politica nazionale. Isama, membro del Partito popolare europeo (PPE) è ben posizionato. Sembra probabile che cinque dei sette seggi andranno agli attuali deputati estoni: Marina Kaljurand dei socialdemocratici, Urmas Paet del partito riformista, Jaak Madison del partito popolare conservatore estone (EKRE) e Riho Terras della Patria quasi sicuramente verranno rieletti. askanews

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