Politica

Elezioni Francia, Republique en March verso maggioranza assoluta. Destra e sinistra temono strapotere di Macron

I tradizionali bastioni della destra e della sinistra francese degli ultimi 60 anni temono di essere spazzati via dai candidati centristi del presidente Emmanuel Macron nel primo turno di domani delle elezioni parlamentari, che potrebbero privare la Francia di una reale opposizione. Quando il 7 maggio il 39enne centrista ha battuto Marine Le Pen diventando il più giovane presidente della storia francese, molti osservatori hanno previsto che avrebbe faticato ad avere una maggioranza parlamentare che gli permettesse di attuare il suo ambizioso programma di riforme sociali e del mercato del lavoro. Ma quattro settimane dopo i sondaggi dicono che Republique en Marche (REM), il partito di Macron fondato poco più di un anno fa, viaggia verso la maggioranza assoluta del parlamento dopo i due turni di voto. REM è attorno al 30% al primo turno, una risultato che dovrebbe tradursi in una chiara maggioranza al secondo turno del 18 giugno, che spianerebbe al strada alle riforme targate Macron. Il rivale più pericoloso è Les Republicains, il partito della destra, sul 20%, l’estrema destra del Front National di Le Pen è due punti sotto. La sinistra de La France Insoumise di Jean-Luc Melenchon è al 12,5%, i socialisti, il partito dell’ex presidente Francois Hollande, languono all’otto per cento. REM con il piccolo alleato centrista MODEM mira perciò a una comoda maggioranza dei 577 seggi dell’Assemblea nazionale, dove dovrebbe totalizzarne tra i 385 e i 415.

I pronostici hanno convinto gli oppositori a lanciare l’allarme “partito-stato”. “Non è facile spiegare che non eleggiamo un imperatore, eleggiamo un presidente” ha detto l’ex premier conservatore Jean-Pierre Raffarin. “Avere un presidente giovane ha dato al Paese una boccata d’aria fresca che è molto utile. Ma non deve governare da solo, non dobbiamo avere un partito singolo” ha aggiunto. A sinistra Melenchon, che ha promesso di guidare l’opposizione alla riforma proposta da Macron di allentare le norme sul mercato del lavoro, ha invitato gli elettori a non dare al presidente “poteri assoluti”. Benoit Hamon, che al voto presidenziale è finito a un umiliante quanto posto, ha lamentato la “Macronmania”. In effetti il settimanale L’Express ha messo scherzosamente in copertina Macron nello stile di una magazine per adolescenti con titoli quali “Cammina sulle acque” o “Valanga alle legislative”. Gli elettori francesi tradizionalmente promuovono il loro nuovo leader alle legislative che si tengono qualche settimana dopo le presidenziali. Il predecessore di Macron Hollande nel 2012, Nicolas Sarkozy nel 2007 e Jacques Chirac nel 2002 hanno tutti ottenuto maggioranze assolute del’Assemblea nazionale. Ma a differenza di Macron provenivano da partiti consolidati. La composizione del nuovo parlamento sarà molto diversa perchè oltre 200 deputati su 577 non si ripresentano, più del doppio rispetto al 2012.

Macron spera che saranno rimpiazzati da candidati REM, dei quali circa la metà non è mai stata eletta.La maggior parte del candidati del partito è stata scelta dopo le elezioni presidenziali e ha avuto solo un mese di campagna elettorale. Ma sembra che la pura e semplice vicinanza a Macron basterà per portarli in Parlamento, dove vari grossi nomi della politica tradizionale rischiano grosso. L’ex ministro della casa, la verde Cecile Duflot, è sfidata dal 28enne Pierre Person nel suo collegio dell’est di Parigi, mentre l’ex ministra conservatrice Nathalie Kosciusko-Morizet è in difficoltà contro l’imprenditore Gilles Le Gendre. “Se posso dirlo, al momento basta prendere una capra e metterle addosso una coccarda di Macron perchè abbia buone possibilità di essere eletta” ha detto il commentatore di BFMTV Christophe Barbier. Gli analisti avvertono che l’inesperienza dei parlamentari di Macron potrebbe dare luogo a un parlamento sottomesso. “Quando si ha una grossa maggioranza parlamentari e parlamentari neofiti, l’esecutivo ha un potere enorme” dice Jerome Sainte-Marie, sondaggista dell’istituto PollingVox. “Con questo colossale partito parlamentare potrebbero esserci difficoltà interne” sottolinea Pascal Perrineau, ricercatore di Cevipof. “inizialmente la maggioranza sembrerà un dono dal cielo, ma in seguito potrebbe creare difficoltà” aggiunge.

 

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