Politica

Elezioni in Israele, Gantz chiede la guida di un governo di unità nazionale

Con il 98% dei voti scrutinati, le seconde elezioni politiche in Israele nel giro di quattro mesi non hanno risolto lo stallo politico: ancora una volta dalle urne non è infatti uscita alcuna chiara maggioranza. Il partito centrista dell’ex capo di stato maggiore Benny Gantz, Blu e Bianco, aumenta il suo vantaggio e ottiene due seggi in più rispetto al Likud del premier uscente Benjamin Netanyahu, 33 a 31; entrambi i partiti rimangono però ben lontani dai 61 seggi necessari per la maggioranza alla Knesset. Un governo di unità nazionale sembra la possibilità più accreditata per uscire dall’impasse ed evitare un terzo voto anticipato, come ha dichiarato lo stesso Gantz, che si è proposto per guidare un esecutivo “liberale e di ampio respiro”.

Blu e Bianco, però, insiste sulla necessità che Netanyahu (indagato per corruzione e che probabilmente a dicembre sarà incriminato) si faccia da parte. “Gli israeliani volevano un governo di unità già dopo le passare elezioni, e lo vogliono anche oggi: intendo formare un governo che prima la volontà degli elettori, porteremo un cambiamento nelle priorità che risani la società in ogni sua parte”, ha dichiarato Gantz, sottolineando di non voler “cedere ad alcuna pretesa”. “Ascolteremo tutti con attenzione, i negoziati saranno guidati da me e gestiti con buon senso: occorreranno pazienza, decisione e rispetto dei principi, non ci sono né ci saranno scorciatoie” ha insistito l’ex generale, punzecchiando il rivale Netanyahu: “Non si forma un governo di unità con dei blocchi e dei bei discorsi: servono senso dello Stato, responsabilità e serietà”.

Il premier uscente da parte sua non ha battuto ciglio di fronte a quella che per lui costituisce comunque una sconfitta: “Prima delle elezioni avevo fatto un appello a creare un governo di destra. Sfortunatamente i risultati mostrano che non è possibile. Gli elettori non hanno deciso tra i due blocchi” ha spiegato in un video messaggio in cui si è rivolto direttamente a Gantz: “Benny, dobbiamo creare un governo di unità più ampio possibile oggi. Il popolo attende che entrambi ci prendiamo la responsabilità e agiamo cooperando”. L’ago della bilancia potrebbe essere il partito della destra laica Yisrael Beiteniu dell’ex ministro della Difesa Avigdor Lieberman, che secondo fonti vicine al suo movimento intenderebbe raccomandare come Primo ministro Gantz piuttosto che il suo ex capo di governo.

L’esito del voto vede come terza forza in Parlamento la Lista Unita dei partiti arabi israeliani, con 13 seggi, mentre il partito di Lieberman ne conta 8; da notare che con i risultati attuali il blocco di centrosinistra conterebbe 57 deputati contro i 55 della destra. Le consultazioni inizieranno domenica e il primo giro dovrebbe concludersi mercoledì. Netanyahu e lo stesso Likud si trovano in una situazione poco agevole: se perde la guida del governo come esige Gantz “Bibi” rischia infatti di dover essere processato, dato che entro la fine di dicembre la Procura generale si pronuncerà sui tre casi di corruzione che lo riguardano, ed è improbabile che il risultato sia una completa archiviazione. Questo vuol dire che anche se il Likud gli confermasse la propria fiducia, qualora Netanyahu decidesse di far saltare il banco rendendo impossibile un accordo e si tornasse a votare a marzo dovrebbe presentarsi da candidato incriminato – una prospettiva che il suo stesso partito potrebbe a quel punto ritenere uno svantaggio competitivo intollerabile.

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