Editoriale

Elezioni in Sicilia, Matteo Renzi come Ponzio Pilato

Matteo Renzi come Ponzio Pilato. Il segretario del Pd, non vuole sentir parlare di elezioni Regionali in Sicilia. “Nessuno può sapere come andrà a finire, può succedere tutto. Ma io ne resto fuori”. Detta così, proprio dal capo dei Dem, significa avere chiaro il perché il Partito Democratico nell’Isola naufraga in un mare in tempesta. Un partito che sponsorizza la candidatura a governatore di Fabrizio Micari senza che lo stesso partito, ad oggi, l’abbia ufficializzata. Un partito, che ha anche un altro candidato a governatore, l’uscente Rosario Crocetta, che nonostante abbia in tasca la tessera del Pd, ha sempre navigato su acque extraterritoriali. Non sappiamo, a questo punto, se Renzi continuare a dribblare le Regionali per questo paradossale scenario. Di certo lui sostiene: “Mi hanno accusato di personalizzare il referendum, figuriamoci se personalizzo le Regionali siciliane…”. Intanto, il rettore dell’Università di Palermo, continua la sua campagna elettorale. Ma la sua candidatura continua a spaccare non solo il Pd ma il centrosinistra tutto. Il rettore non ha mai entusiasmato gran parte dei Dem, essendo una candidatura imposta da Leoluca Orlando che, in qualità di presidente Anci Sicilia, sta tessendo una robusta tela su tutto il territorio isolano proprio a supporto di Micari. Altra mina vagante pronta ad essere innescata dallo stesso sindaco di Palermo. A tempo debito. Anche a sinistra si naviga in un mare in tempesta. Lo scenario: Ottavio Navarra si ‘ ritirato dalla corsa a governatore e sosterrà, assieme a Mdp-Art1 e Si, la candidatura di Claudio Fava e che dovrebbe essere ufficializzata il 10 settembre. Candidatura, quella del vice presidente della commissione già bocciata da Rifondazione comunista che nei giorni scorsi ha fatto sapere di sostenere Ottavio Navarra. Una guerra tutti contro tutto.

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