Emanuele Filiberto va avanti: corona a mia figlia Vittoria, chi contesta è pazzo
Parla Emanuele Filiberto che difende la designazione a erede di Vittoria
Nessuno può discutere le decisioni del Capo di casa. E lo statuto Albertino non esiste più, quindi la sedicenne Vittoria è l’erede del principe Emanuele Filiberto. E non c’è legga salica che tenga, norma comunque modificata da Vittorio Emanuele e come annuncia lo stesso figlio, Emanuele Filiberto, “questa decisione di mio padre è stata inviata a tutte le case regnanti europee e non solo, e anche al Vaticano”.
Emanuele Filiberto, l’Unione monarchica italiana sostiene che la legge salica, è legata allo Statuto Albertino quindi non può essere modificata se solo con una nuova carta costituzionale del Regno.
“Dal 1946 l’Italia è una Repubblica, quindi lo statuto Albertino è stato annullato contro la Costituzione italiana a firma di mio nonno Umberto II. Così oggi le regole di famiglia sono gestite esclusivamente, dato che non c’è la monarchia costituzionale, e possono essere cambiate senza nessun problema in ‘motu proprio’ dal Capo di casa, ovvero mio padre. E le dico di più. Questa decisione di mio padre di modificare la legge salica è stata inviata a tutte le case regnanti europee e non solo e anche al Vaticano. E stiamo ricevendo tanti complimenti e ringraziamenti. Quindi l’Umi ha detto una fesseria”.
Ma per l’Uni, il Capo di casa è il principe Amedeo di Savoia duca D’Aosta.
“Certo, anch’io posso dire che sono il presidente della Repubblica. Sarebbe credibile? Stiamo parlando di follia. Chi sono le due persone che sono stati in esilio in quanto diretti discendenti del re? Io e mio padre. Se mio nonno avesse voluto cambiare la discendenza, l’avrebbe fatto con un atto ufficiale, inviandolo a tutte le case regnanti e non e non ultimo al governo italiano. Cosa invece che non è mai stata fatta. Voglio ricordare che nella sua ultima uscita pubblica negli anni ’70 in Francia, Re Umberto ha voluto a suo fianco mio padre e mia madre. Mio nonno è stato mio padrino di battesimo, mi ha dato il titolo di principe di Venezia, mi ha lasciato il suo collare dell’Annunziata. In sostanza, in nessun momento il Re ha voluto e modificato la regola di successione. Un’altra cosa… scusi…”
Prego.
“Amedeo d’Aosta ha scritto un libro una ventina di anni fa, molto dopo quindi la morte di mio nonno, sul quale riporta che lui è terzo nella linea di successione: Vittorio Emanuele Capo famiglia, Emanuele Filiberto, io, e poi lui, Amedeo d’Aosta. Insomma, ognuno può dire quello che vuole. Poi non c’è nessun atto che certifichi che Amedeo d’Aosta è Capo di casa. Siamo a livelli di manicomio”.
Ma anche per gli Aosta, stando alla Consulta dei senatori, Amedeo è il Capo di Casa.
“La consulta presieduta da Aldo Mola?”.
Sì.
“È una consulta falsa. Non è riconosciuta da casa Savoia. E’ una associazione di persone che danno la loro opinione e che si chiama consulta. Il Capo di casa è solo uno, è solo uno che può parlare ed è mio padre. Dopo mio padre sarò io, e dopo di me sarà mia figlia Vittoria”.
Non pensa che con questa sua ultima sortita di passare la “corona” a sua figlia Vittoria abbia maggiormente inasprito di rapporti tra i Savoia e gli Aosta?
“Io sono sempre stato per la mano tesa. Per me è molto importante il valore della famiglia, che la famiglia sia unita. Però la famiglia unita deve unirsi dietro una persona che è il capo famiglia. Se questi (Aosta, ndr) vogliono fare dei blitz… Finché questa persona (Amedeo d’Aosta, ndr) non si mette in riga per me non esiste. In sostanza, non mi importa niente. Voglio inoltre evidenziare che nei funerali e nei matrimoni o quando s’è ricevuti dal Papa chi entra nella sala e chi è davanti a chi? Non c’è mai stato Amedeo d’Aosta. Amedeo d’Aosta non è stato riconosciuto da altre case regnanti. In Vaticano la stessa cosa”.
Il vice presidente dell’Uni, Michele Pivetti, sostiene che si può cambiare la legge salica, purché ci si sieda attorno a un tavolo e discuterne”.
“Mi scusi… Non vedo alcun motivo di sedermi al tavolo con persone che non hanno niente a che vedere… Voglio dire, è una decisione di mio padre quella di Vittoria erede, l’ha annunciata il giorno prima alle sue sorelle che erano molto felici e l’ha anche annunciata alle associazioni monarchiche. Quindi, non vedo perché mi devo sedere attorno a un tavolo con una associazione che si chiama Umi che non riconosco. Comunque, se loro hanno qualcosa da dire possono venire da me. Io accolgo chiunque, però quando il Capo di casa decide qualcosa non deve chiedere parere a nessuno”.
Sempre Pivetti, sostiene che la notizia di Vittoria sua erede è soprattutto marketing con cui lei ci ‘vive’.
“Oggi viviamo in una società dove regna il marketing. Ma io l’annuncio in questione non l’ho fatto certo per questo motivo. È stato un annuncio accolto da tutti con grande entusiasmo. Ho ricevuto migliaia di messaggi di congratulazioni, felicitazioni. Ma oggi si può parlare di discriminazione tra uomini e donne? E poi non sarebbe cosa fattibile in quanto l’Italia ha firmato il trattato di Lisbona del 2009 dove è proibito ogni discriminazione tra genere”.[irp]