Economia

Embargo petrolio, a Priolo a rischio 9 mila posti di lavoro

“La Isab Lukoil di Priolo, insieme con le altre realtà del polo petrolchimico, partecipa al gettito fiscale per 15 miliardi di euro all’anno: il governo nazionale ha quindi il dovere di intervenire, se non con il Pnrr, che non consente investimenti negli stabilimenti di raffinazione del petrolio, con altri strumenti. Bisogna evitare la tragedia industriale, sociale, economica e occupazionale”. Lo afferma il sindaco di Priolo Gargallo (Siracusa), Pippo Gianni, raggiunto telefonicamente dall’agenzia Dire, in merito alle conseguenze per lo stabilimento Isab del Siracusano controllato dalla russa Lukoil dopo l’embargo deciso nella notte dall’Unione europea sul petrolio di Mosca.

“Ho chiesto un incontro al premier Draghi per due volte – aggiunge Gianni – per rappresentare le nostre preoccupazioni. Noi sosteniamo lo Stato con un bel po’ di risorse e il governo ha il dovere di intervenire – ha ribadito il sindaco della cittadina siracusana -. Se cade la Lukoil cade tutto il sistema economico e occupazionale di quest’area e si rischia il baratro per circa novemila persone”. Gianni, che in mattinata ha incontrato i sindacati per poi confrontarsi con la viceministra allo Sviluppo economico Alessandra Todde, ha annunciato una manifestazione per il 10 giugno: “Ci sarà tutta la provincia di Siracusa e non solo, visto che quest’area dà lavoro anche alle altre province siciliane e che rappresenta il 40% della raffinazione di petrolio sul territorio italiano”. Dire

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redazione