Emergenza coronavirus, la Camera approva il decreto. Sgarbi show, scontro con Fiano
Stop all’apertura dei musei. Al personale militare riconosciuto lo status di agente di pubblica sicurezza
Via libera alla Camera alla prima lettura del disegno di legge di conversione del decreto legge approvato lo scorso sabato dal Consiglio dei Ministri contenente le prime misure per affrontare l’emergenza coronavirus. Il testo, con pochi emendamenti, è stato approvato con 462 sì e solo due voti contrari. In pratica cinque proposte emendative volte, in generale, ad apportare correzioni al testo del decreto-legge. Tra le norme, il divieto di allontanamento e di accesso al Comune o all’area interessata, ma anche la sospensione dei viaggi di istruzioni e dell’attività scolastica, così come lo stop all’apertura dei musei. Ancora, blocco anche per i concorsi e per le attività degli uffici pubblici. Va applicata la quarantena con sorveglianza attiva per chi ha avuto contatti stretti con persone affette dal virus.
Le autorità possono adottare ulteriori misure di contenimento per prevenire la diffusione del virus anche al di fuori dei casi elencati. In attuazione del decreto legge è stato adottato anche un decreto del presidente del Consiglio per far fronte ai casi di contagio avvenuti in alcune zone del Nord Italia. È stato poi approvato un emendamento, votato all’unanimità in Aula a Montecitorio, che garantisce un maggior coordinamento tra le misure emergenziali adottate e da adottare da parte degli enti locali. Viene introdotto un obbligo di comunicazione al ministero della Salute entro 24 ore dalla loro adozione, con l’obiettivo di garantire maggiore coordinamento tra tutti gli enti.
Solo l’emendamento 3.17 contiene una modifica sostanziale, corrispondente ad un’istanza condivisa, concernente il personale militare delle Forze armate impiegato con provvedimento dei Prefetti territorialmente competenti per assicurare l’attuazione delle misure di contenimento dell’emergenza epidemiologica. A questo verrà riconosciuto lo status di agente di pubblica sicurezza. Per quanto invece riguarda la sanità, come spiegato da fonti parlamentari di M5S e PD, si è preferito non intervenire poiché il decreto-legge rappresenta una cornice giuridica che stabilisce i casi in cui possono trovare applicazione determinate misure che saranno poi declinate negli appositi provvedimenti che saranno adottati con riferimento alle situazioni concrete. Saranno quindi successivi decreti ed ordinanze ad intervenire più nel dettaglio a seconda delle esigenze concrete che verranno rilevate.
SGARBI SHOW CONTRO DECRETO
Non solo Barbara D’urso. Vittorio Sgarbi, dopo aver litigato con la famosa presentatrice televisiva, va in escandescenze anche durante il voto finale sul decreto coronavirus. Il deputato si è scagliato con veemenza contro il provvedimento. “C’è poco da arrendersi – ha detto – davanti un pericolo che non c’è”, “è un decreto voluto da un presidente nato dal nulla per dimostrare di essere più bravo di Fontana o Zaia. E’ un decreto ridicolo, grottesco, è un procurato allarme”. “Dov’è il pericolo per chiudere le scuole, i musei, i teatri? E’ una violenza contro la cultura, la civiltà, il buonsenso” e questo accade “perché un vecchio di 88 anni è morto di influenza”.
“E’ una finzione” ha ripetuto più volte tra le proteste del Pd e di Emanuele Fiano in particolare, anche per la scelta di termini non proprio consoni a un’aula parlamentare. “Siete caduti nel tranello di Salvini, e lo sapete perfettamente. Avete rincorso Salvini che ve lo ha messo nell’ano, ancora una volta”, ha urlato Sgarbi. “E’ del tutto evidente – ha detto Fiano in replica – che non è in discussione il diritto all’opinione del deputato Sgarbi, ci mancherebbe. Io l’ho richiamata primo per il linguaggio in quest’aula: il presidente non dovrebbe permettere durante il discorso, e non alla fine, che si usino quelle parole. Ma non è questa la cosa che considero più offensiva. Il deputato Sgarbi ha detto non è che perché uno di 88 anni è morto dobbiamo fare questo e quello, la mia solidarietà alla famiglia della vittima”. Una solidarietà a cui si è unito anche Fico che ha rivolto a Sgarbi “un richiamo formale”.