Emergenza Messina, bypass idrico riparato, ma ancora disagi. Cittadini pronti a class action

di Giuseppe Novelli

Sebbene il guasto del bypass realizzato appena due giorni fa sulla condotta idrica tra Fiumefreddo e l’Alcantara sia stato riparato, a Messina l’acqua continua a scarseggiare, costringendo migliaia di cittadini a lunghe attese ai punti di distribuzione sparsi lungo il capoluogo peloritano. I giorni di emergenza sono ormai 15 e in alcune zone della città la situazione ha raggiunto livelli insostenibili. Attualmente, con la riparazione del bypass, a Messina arrivano circa 300 litri d’acqua al secondo, ai quali vanno aggiunti i circa 200 litri provenienti dall’acquedotto della Santissima.
Disagi si riscontrano sia nelle zone alte della città, quanto in quelle in prossimità degli imbarchi per la Calabria. E’ il caso di una casa di riposo, la cui titolare, non ricevendo acqua da giorni, è stata costretta a riempire i bidoni in mare per poter pulire i bagni della struttura. Problemi anche nel rione di San Licandro, dove un ragazzo che vive con il padre disabile racconta di stare vivendo giorni da incubo. E ancora la storia di due anziani del Cep costretti a salire i bidoni d’acqua fino al quarto piano della propria abitazione senza l’ascensore. L’erogazione in questo momento dura solo per poche ore al giorno, ma nel frattempo i tecnici stanno lavorando per trovare una rapida soluzione. Intanto, Protezione civile ed esercito stanno provvedendo a garantire mezzi alternativi di distribuzione dell’acqua, con decine di autobotti che attraversano in lungo e in largo Messina per raggiungere innanzitutto scuole e strutture ospedaliere.

LA NOMINA Da Roma, il governo, dopo aver dichiarato lo stato d’emergenza, ha stanziato 3 milioni di euro ai quali va aggiunto il milione da parte della Regione Siciliana. Questi fondi serviranno per la messa in sicurezza della collina di Calatabiano, dove si è verificata la frana principale che ha distrutto un tratto della condotta. Inoltre è già allo studio la realizzazione di un secondo bypass che in futuro dovrebbe evitare il ripetersi di quella che per i cittadini messinesi è la più grave emergenza idrica a memoria loro. Stamani, davanti al municipio, i cittadini hanno manifestato contro Comune e Amam, la società che gestisce la distribuzione d’acqua a Messina. Il Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, ottenuta l`intesa della Regione Sicilia, ha firmato l`ordinanza riguardante i primi interventi urgenti di protezione civile per fronteggiare l`emergenza idrica nella città di Messina, determinata dal grave movimento franoso verificatosi nel comune di Calatabiano e del danneggiamento dell`acquedotto Fiumefreddo. In particolare, il Dirigente Generale del Dipartimento della Protezione Civile della Regione Siciliana, Calogero Foti, è stato nominato Commissario delegato per il superamento dell`emergenza. “L`ing. Foti – si legge in una nota del Dipartimento della Protezione civile – potendosi avvalere anche in qualità di soggetti attuatori dei comuni, delle Unioni di comuni della regione siciliana, degli enti pubblici non territoriali interessati, delle strutture organizzative e del personale della regione Siciliana, nonché dei soggetti privati e a partecipazione pubblica che concorrono al superamento del contesto di criticità, dovrà definire gli interventi urgenti per l`approvvigionamento idrico di emergenza per la città di Messina e per il ripristino della funzionalità dell`Acquedotto Fiumefreddo, tenendo conto del rischio incombente sul territorio comunale di Calatabiano interessato dal movimento franoso”. Il Commissario delegato dovrà coordinare le attività tecnico-scientifiche per lo studio ed il monitoraggio del movimento franoso e di analisi della rete idrica cittadina per la razionalizzazione dell`erogazione dell`acqua. Proseguono intanto le attività per garantire la fornitura d`acqua ai cittadini, anche attraverso l`utilizzo di autobotti dislocate in diversi punti della città.

IL COMITATO Il Comitato di Messina dell’Unione Nazionale Consumatori ha deciso di avviare una class action nei confronti dell’Amam, la società che gestisce la rete idrica nella città siciliana, a seguito dei gravi danni subiti a causa dell’assenza di servizio idrico in gran parte delle zone della città servite dall acquedotto Fiumefreddo. L’avvocato Mario Intilisano, è il presidente Unione consumatori di Messina. L’UNC di Messina stima in 25 euro al giorno il danno subito dalle famiglie messinesi, che salgono a 50 euro per i casi in cui vi siano persone anziane, malate o disabili, i più colpiti dall’emergenza idrica di questi giorni.

IL CODACONS “L’Amam non ha fatto abbastanza per assicurare in tempi accettabili un decente ripristino del servizio”. Lo afferma il Codacons, che chiede le dimissioni sia del presidente della Regione Rosario Crocetta che dei vertici dell’azienda. Secondo il vice presidente regionale Antonio Cardile e il segretario nazionale Francesco Tanasi “non basta dire, come fatto da Crocetta, che la Regione sta seguendo ‘una situazione disastrosa della distribuzione idrica dell’acqua che si basa su un sistema arcaico’, ma occorre che anche la Regione Siciliana riconosca che le proprie responsabilità in materia ambientale e di cura del territorio”. Tanasi invoca l’intervento della magistratura “per chiarire le responsabilità dell’accaduto” e si chiede perché il Presidente del Consiglio Renzi “in piena emergenza non venga in Sicilia per rendersi conto della gravità della situazione attuale e di quanto accaduto”. “I cittadini – aggiunge – vogliono capire perché i tubi si rompono continuamente. Siamo in presenza di manovre sbagliate? Dell’utilizzo di materiale scadente? O di errori umani nella collocazione o manutenzione di tubazioni ed impianti?”. “L’azienda idrica messinese – afferma Cardile – inoltre non rammenta che nei primi quattro-cinque giorni dell’emergenza, mentre i cittadini affrontavano serissimi problemi, l’Amam dichiarava che la situazione era sotto controllo finché non è stato, di fatto, commissariata prima dalla Prefettura ed ora dalla Protezione Civile”. “L’emergenza – dice – è stata gestita male e i governi nazionale e regionale hanno compreso la gravità di quanto accadeva a Messina solo la ‘rivolta’ innescata dai social network”.

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