Politica

Emilia Romagna: corsa a 2 Bonaccini-Borgonzoni, M5S ago della bilancia

Nonostante piu’ ‘giocatori’ in campo sara’ a due la corsa per conquistare la ‘bandiera’ dell’Emilia Romagna, da sempre roccaforte rossa e ora, per la prima volta, diventata contendibile. Mancano circa due mesi al voto del 26 gennaio, poco piu’ di 30 giorni al termine per depositare le liste, e i ‘giochi’ sono ancora apertissimi. Le urne sono ‘locali’, ma come dimostra l’intensa e continua campagna elettorale (mediatica e sul territorio), c’e’ la consapevolezza (sui vari fronti) che la partita sia anche ‘nazionale’ con possibili riflessi sugli equilibri di governo. Al momento si delinea, dicono i recenti sondaggi, un testa a testa tra Stefano Bonaccini, governatore uscente Pd, schierato con il centrosinistra per un mandato bis, e Lucia Borgonzoni, senatrice della Lega fedelissima di Matteo Salvini, sostenuta da tutto il centrodestra. Ago della bilancia (oltre ai molti indecisi ) sara’ il Movimento 5 Stelle.

La base ‘grillina’ e’ in fermento dopo la sconfessione della linea dettata da Luigi Di Maio: il voto su Rousseau, infatti, ha dato il via libera alla presentazione della lista 5 Stelle in Emilia Romagna. Ora e’ il ‘nemico’ e’ il tempo. L’obiettivo dei pentastellati emiliano-romagnoli e’ individuare il prima possibile il candidato alla presidenza sempre attraverso la piattaforma Rousseau. Una corsa ‘solitaria’ chiedono sia i territori e sia vertici 5 Stelle ma la mano di Bonaccini verso i grillini non si e’ mai chiusa. E nell’ultimo periodo, il ‘dialogo’ tra il Pd e M5S, su progetti di legge regionali (come il ‘plastic free’ su cui c’e’ stata convergenza di intenti) e’ stato particolarmente intenso. Tuttavia, da qui ad arrivare a un possibile ‘accordo’ il passo e’ lungo. Voti comunque ‘preziosi’ quelli che potranno convogliare sui 5 Stelle, seppure in calo di consensi. Non e’ ben consapevole Bonaccini convinto che per il M5S, mantenere la linea della terza via e rifiutare il confronto con i dem sarebbe “un regalo alla destra”.

Sul fronte del centrodestra, invece, nessun nodo da sciogliere. La leghista Lucia Borgonzoni puo’ contare sull’appoggio di una colazione compatta da Forza Italia a Fratelli d’Italia. E la ‘spinta’ arriva forte dal leader della Lega, Matteo Salvini che da settimane non si risparmia: frequenti i comizi sul territorio e gli incontri con imprenditori e amministratori locali. Anche Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, determinati a dare il proprio contributo, sono attesi nei prossimi giorni in regione. A sostenere la Borgonzoni, poi, ci sara’ anche una lista civica per ‘allargare’ il perimetro dei consensi alla societa’ civile e al mondo imprenditoriale. Fronte ampio anche per il centrosinistra che ‘schiera’ ben sei liste a favore di Bonaccini.

Ci sara’, ovviamente, la lista del Pd e la cosiddetta ‘lista del presidente’ con dentro, probabilmente, sindaci civici e personalita’ della societa’ civile, insieme ad esponenti di Italia Viva e di Italia in Comune (senza Federico Pizzarotti fermo alla guida di Parma). Poi ci saranno “Emilia Romagna coraggiosa”, il rassemblement ecologista-progressista guidato da Elly Schlein insieme a Vasco Errani; la lista europeista Volt; i Verdi ed infine i Repubblicani (strutturati principalmente in Romagna).In campo per il voto del 26 gennaio c’e’ anche Stefano Lugli, segretario modenese di Rifondazione Comunista e consigliere comunale a Finale Emilia, candidato per “L’Altra Emilia Romagna” che conferma cosi’ una linea autonoma rispetto al centrosinistra correndo da sola (dopo cinque anni all’opposizione in Regione). E, infine, in corsa per la presidenza della Regione c’e’ Marta Collot, 26enne di Potere al Popolo.

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