Il Movimento 5 Stelle, ago della bilancia, nelle elezioni in Emilia Romagna. I voti ‘grillini’, sebbene in calo di consensi, sono preziosi e potranno pesare in modo determinante sul testa a testa tra Stefano Bonaccini, governatore uscente Pd, schierato con il centrosinistra per un mandato bis, e Lucia Borgonzoni, senatrice della Lega fedelissima di Matteo Salvini, sostenuta da tutto il centrodestra. Sul fronte 5 Stelle dopo il ‘contestato’ voto su Rousseau con cui la base grillina ha sconfessato per la prima volta la linea dei vertici penstastellati, ora il nemico e’ il tempo. Il metodo per arrivare alla scelta del candidato presidente, a meno di colpi di scena dell’ultimo minuto, e’ quello classico. Su Rousseau si presenteranno le candidature alle liste, aperte ad attivisti, eletti nei Comuni e in Regione. I ‘portavoce’ piu’ votati (la selezione dovrebbe concludersi in una decina di giorni) saranno poi ‘protagonisti’ di un secondo giro sulla piattaforma che decretera’ il nome dell’aspirante governatore 5 Stelle.
Intanto, la linea condivisa ufficialmente da Luigi Di Maio con il coordinatore della campagna elettorale regionale non riserva sorprese: “Nessuna alleanza con il Pd e presenza del Movimento con liste civiche collegate”. In Emilia-Romagna premesso che il territorio, nella maggioranza dei casi, condivide la posizione del capo politico, la corsa solitaria non raccoglie un consenso unanime tra i militanti grillini. Ad esempio, una ‘fronda’ in Romagna apre ad un eventuale confronto con il Pd. In questo scenario, la mano di Bonaccini non si e’ mai chiusa nella consapevolezza di non voler “regalare” voti alla destra . E il ‘dialogo’ tra il Pd e i 5 Stelle, su progetti di legge regionali (come il ‘plastic free’ su cui c’e’ stata convergenza di intenti) , si e’ intensificato negli ultimi giorni. Tuttavia, da qui ad arrivare a un possibile ‘accordo’ il passo e’ lungo.
Comunque, non e’ passato inosservato, il recente invito di Roberta Lombardi, capogruppo M5s in Lazio, al quale hanno strizzato l’occhio anche alcuni militanti ed eletti grillini in Emilia Romagna: “come e’ stato fatto per la desistenza si voti su Rousseau – questo il ragionamento che arriva da alcune fonti pentastellate – anche se presentarsi da soli o insieme ad altre coalizioni”. Mancano poco piu’ di due mesi al 26 gennaio: l’orizzonte e’ a tratti ancora incerto per i 5 Stelle, mentre i due principali sfidanti hanno gia’ definito sostenitori e alleanze. Bonaccini e Borgonzoni, pur non rinunciando al fair play, ‘battagliano’ ormai da settimane consapevoli che ogni voto ‘strappato’ all’avversario puo’ essere determinante per il risultato finale. La senatrice della Lega puo’ contare sull’appoggio di una colazione compatta da Forza Italia a Fratelli d’Italia. E la ‘spinta’ arriva forte dal leader della Lega, Matteo Salvini che da settimane non si risparmia: frequenti i comizi sul territorio e gli incontri con imprenditori e amministratori locali. Anche Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, determinati a dare il proprio contributo, sono attesi nei prossimi giorni in regione.
A sostenere la Borgonzoni, poi, ci sara’ una lista civica per ‘allargare’ il perimetro dei consensi anche alla societa’ civile e al mondo imprenditoriale. Il centrosinistra, dal canto suo, si avvale di ben sei liste a favore di Bonaccini: quella del Pd, poi la cosiddetta ‘lista del presidente’ con dentro, presumibilmente, sindaci e personalita’ della societa’ civile, insieme ad esponenti di Italia Viva e di Italia in Comune (senza Federico Pizzarotti fermo alla guida di Parma). Infine, ci saranno “Emilia Romagna coraggiosa”, il rassemblement ecologista-progressista guidato da Elly Schlein insieme a Vasco Errani; la lista europeista Volt; i Verdi ed i Repubblicani (strutturati principalmente in Romagna). A completare l’elenco dei candidati presidenti, Stefano Lugli (segretario modenese di Rifondazione Comunista) in corsa per l’Altra Emilia Romagna e Marta Collot esponente di Potere al Popolo.