Emoji nei commenti: queste non devi usarle per nessun motivo | Un solo errore ti costa migliaia di euro

Emoji - (pexels) - ilFogliettone.it

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Usare le faccine e i simboli nei messaggi può rivelarsi pericoloso in alcuni casi, fai attenzione a quali scegli potrebbe costarti caro

I social network sono ormai parte integrante della nostra quotidianità, ma non tutti riflettono sulle possibili conseguenze legali di un semplice commento. La linea tra libertà di espressione e diffamazione è sempre più sottile, e in alcuni casi, può portare a risarcimenti che arrivano fino a 50mila euro. L’uso di parole offensive, emoji inappropriate o critiche eccessivamente aggressive può trasformarsi in un problema giuridico con conseguenze economiche non indifferenti.

La diffamazione è un reato previsto dal Codice Penale italiano e consiste nell’offendere la reputazione di una persona in presenza di più individui. Sui social, la diffusione potenzialmente illimitata di un commento rende il reato ancora più grave. Chi si sente diffamato può sporgere querela entro tre mesi o, in alternativa, inviare una diffida legale con richiesta di risarcimento. Il valore del risarcimento varia in base alla gravità dell’offesa, alla visibilità del post e all’impatto sulla vita della vittima.

Un servizio de Le Iene ha mostrato come alcuni influencer abbiano trovato un modo per monetizzare sugli insulti ricevuti online. Grazie all’aiuto di studi legali specializzati, riescono a ottenere risarcimenti che vanno da mille a diecimila euro per ogni commento diffamatorio. Il procedimento prevede l’individuazione dell’autore del commento, l’invio di una diffida e la richiesta di un accordo economico per chiudere la questione senza arrivare in tribunale.

Le parole da evitare per non rischiare la diffamazione

Non tutti i termini negativi sono considerati diffamatori, ma alcuni insulti sono particolarmente rischiosi. Parole come “co**ione”, “scemo”, “imbecille” e insulti legati all’intelligenza o all’onore possono facilmente portare a richieste di risarcimento. Anche il contesto è importante: termini come “ignorante” possono essere accettabili se usati per descrivere una lacuna su un argomento, ma diventano diffamatori se usati come insulto.

Commenti negativi sull’aspetto fisico di una persona rientrano nel cosiddetto body shaming, che può essere considerato una forma di diffamazione. Insultare il peso, il look o qualsiasi caratteristica estetica può portare a conseguenze legali. Sempre più persone stanno denunciando questo tipo di attacchi, facendo leva sull’inasprimento delle norme contro l’odio online.

Emoji - (pexels) - ilFogliettone.it
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Attenzione alle emoji: possono essere considerate diffamatorie

Anche l’uso di emoji può costituire un elemento aggravante in un commento offensivo. Simboli come la faccina che vomita, se accompagnati da un insulto, rafforzano la natura diffamatoria del messaggio. Questo aspetto è stato più volte confermato nei casi di diffamazione online, con utenti che si sono visti recapitare richieste di risarcimento per l’uso di emoji dispregiative.

Per evitare problemi legali, è fondamentale mantenere un linguaggio rispettoso e ponderato. Gli insulti diretti, le accuse infondate e le critiche personali possono trasformarsi in un’azione legale. È sempre consigliabile esprimere opinioni senza ledere la dignità altrui e senza usare toni aggressivi. Anche il semplice uso di emoji può avere conseguenze, quindi meglio evitarle in situazioni di possibile conflitto. Essere consapevoli delle regole aiuta a evitare rischi e a mantenere un confronto civile online.