Berlino sotto accusa per maxpiano, ma l’Eurogruppo non è capace di imporsi

Berlino sotto accusa per maxpiano, ma l’Eurogruppo non è capace di imporsi
Paschal Donohoe e Paolo Gentiloni
3 ottobre 2022

La riunione dell’Eurogruppo svoltasi oggi a Lussemburgo è stata un’occasione di confronto, probabilmente anche molto franco e duro, fra i ministri delle Finanze dei paesi dell’Eurozona e il loro collega tedesco, Christian Lindner, sulla risposta da dare alla crisi dei prezzi dell’energia, dovuta in gran parte alla guerra in Ucraina, alle manipolazioni del mercato da parte della Russia e alle immancabili speculazioni che hanno causato. Nelle dichiarazioni pubbliche dei ministri e nella conferenza stampa finale, tuttavia l’Eurogruppo ha evitato accuratamente di attaccare esplicitamente il governo di Berlino per il suo maxi piano da 200 miliardi di euro annunciato giovedì scorso, che mira ad assicurarsi l’approvvigionamento di gas a qualunque prezzo, compensando e sostenendo la propria economia nazionale, senza alcun coordinamento con gli altri Stati membri, e anzi a rischio di aggravarne le condizioni, e spingere ancora più in alto l’inflazione.

Una critica, ancorché velata e implicita, alla misura tedesca è senza dubbio presente nella dichiarazione finale dell’Eurogruppo (approvata all’unanimità, e quindi anche da Lindener), dove i ministro avvertono che bisogna “evitare politiche che aggiungano pressioni inflazionistiche”, e, date le forti ricadute sui mercati energetici europei della crisi attuale, si impegnano a “coordinare le nostre misure per preservare condizioni di concorrenza paritetiche e l`integrità del mercato unico, anche evitando aggiustamenti dannosi a livello fiscale”. Ma durante la conferenza stampa, rispondendo ai giornalisti che chiedevano come giudicassero il piano tedesco, il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, si è limitato a leggere una parte del comunicato finale, mentre il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, ha tagliato corto: “Penso che questo non sia il momento – ha detto – di incolpare questo o quello sforzo da parte degli Stati membri, ma di aumentare gli sforzi per la nostra solidarietà comune”.

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In realtà, lo stesso Gentiloni, insieme al collega responsabile per l’Industria e il Mercato interno, Thierry Breton, aveva inviato una lettera a diversi quotidiani europei, tra cui, per l’Italia, il Corriere della Sera in cui sostanzialmente il governo tedesco viene accusato in modo molto più esplicito: “Il massiccio pacchetto di aiuti da 200 miliardi di euro deciso dalla Germania (pari al 5% del PIL) risponde alla necessità – da noi invocata – di sostenere l’economia, ma solleva anche degli interrogativi. Come possono gli Stati membri che non hanno gli stessi margini di bilancio sostenere le imprese e le famiglie?”, chiedono i due commissari nella lettera, pubblicata online nel pomeriggio proprio alla fine della conferenza stampa dell’Eurogruppo.

La lettera contiene poi un’altra novità: sostiene in modo esplicito la necessità di trovare una risposta comune e solidale alla crisi energetica attraverso uno strumento di bilancio dell’Ue, con un riferimento chiaro al modello “Sure”, il programma per il finanziamento dei sistemi nazionali di cassa integrazione durante la pandemia, attraverso prestiti a tasso agevolato finanziato dalla Commissione europea con emissioni di debito comune sui mercati. “Di fronte alle sfide colossali che abbiamo davanti, c’è solo una risposta possibile: quella di un’Europa solidale”, scrivono Gentiloni e Breton. E aggiungono: “Per superare le falle causate dai diversi margini di manovra dei bilanci nazionali, dobbiamo pensare a strumenti mutualizzati a livello europeo. Solo una risposta di bilancio europea ci permetterà, sostenendo l’azione della Bce, di rispondere efficacemente a questa crisi e di calmare la volatilità dei mercati finanziari”.

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“Come siamo stati in grado di fare durante la crisi di Covid, spetta a noi stabilire, collettivamente e in modo pragmatico – continuano i due commissari – meccanismi di sostegno equi che mantengano l’integrità e l’unità del mercato interno, proteggano tutte le imprese e i cittadini europei e ci permettano di andare avanti insieme in questa grande crisi”. “Ispirarsi al meccanismo ‘Sure’ per aiutare gli europei e gli ecosistemi industriali nell’attuale crisi – concludono Gentiloni e Breton – potrebbe essere una delle soluzioni a breve termine che apre la strada a un primo passo verso la fornitura di ‘beni pubblici europei’ nei settori dell’energia e della sicurezza, che è l’unico modo per dare una risposta sistemica alla crisi”.

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