Draghi incalza l’Unione europea: subito misure o unità a rischio
A Praga il premier incassa impegno a proposte concreteVIDEO
Basta “vaghe promesse”, dalla Commissione Europea arriverà per il Consiglio del 20 ottobre una “proposta concreta” su tre punti: prezzo, meccanismo di solidarietà, riforma del mercato dell’energia. Mario Draghi si dice “abbastanza soddisfatto” dell’esito del Consiglio informale di Praga, e guarda all’appuntamento di Bruxelles – con ogni probabilità il suo ultimo impegno da premier – con la consapevolezza che il lavoro tecnico sarà ancora complesso ma incassando quello che dalla delegazione italiana definiscono “un apprezzabile momento di progresso”. Ma ora l’Europa – ha sottolineato Draghi nel suo intervento al vertice – “si trova di fronte a una scelta”, perché “è in gioco l’unità tra di noi”. Serve “una risposta forte e comune” per far fronte alla crisi.
Dunque la richiesta ai leader europei è quella di “dare alla Commissione un mandato ampio” per presentare “quanto prima” le proprie proposte. Perchè “da 7 mesi l’Italia ha avanzato una proposta sul price cap” e nella lunga attesa “adesso ci sono Paesi che hanno esaurito lo spazio fiscale”. Il che significa anche che ora c’è bisogno di “poter disporre di fondi comuni, in modo che tutti i Paesi possano stare sullo stesso terreno di gioco finanziario”. Un messaggio chiaro alla Germania, anche se nella sua conferenza stampa il cancelliere Scholz tiene ancora il punto, boccia ipotesi di debito comune, difende la possibilità per la Germania di intervenire con aiuti a imprese e famiglie a livello nazionale, rilancia i dubbi sull’approvvigionamento in caso di introduzione di price cap: e tuttavia riconosce che “i prezzi sono troppo alti” e la questione va affrontata collettivamente. E dall’Italia si insiste sulla interconnessione dei mercati e delle filiere di produzione europee: “Senza i freni italiani, non si fanno le macchine tedesche…”.
Una consapevolezza che sembra avere anche von der Leyen, che assicura una proposta della Commissione per le prossime settimane, spiegando che nelle sale del castello di Praga “si è discusso degli alti prezzi del gas, di negoziare un ‘corridoio’ per avere prezzi decenti dai nostri fornitori affidabili, di come limitare i prezzi sul mercato del gas e di come ridurre l’influenza del gas nella formazione del prezzo dell’elettricità”. Oltre alla ricerca di “ulteriori finanziamenti da incanalare verso RepowerEU per dare a tutti i Paesi le risorse necessarie da investire nell’energia pulita”. Tutti i punti cari all’Italia, tanto che Draghi al termine assicura: “Sull’energia, le cose si stanno muovendo. La Commissione presenterà al Consiglio europeo del 20 ottobre una proposta in cui ci saranno i tre elementi: far diminuire i prezzi, avere un meccanismo di solidarietà e un inizio di riforma del mercato dell’elettricità”. Quanto alla proposta di un corridoio di prezzo dinamico avanzata dall’Italia, Draghi ha spiegato che “non abbiamo parlato tanto in dettaglio delle cose…”.
Ma la proposta c’è, ed è stata riconosciuta anche dalla von der Leyen quando ha citato la posizione dei tanti Paesi che chiedono di “limitare i prezzi sul mercato complessivo del gas”, per “evitare picchi e speculazioni”. La ricerca di una sintesi passerà ancora attraverso le riunioni dei ministri dell’energia, che la presidenza di turno ceca ha assicurato che continuerà a convocare finché non si troverà un punto di caduta: “Convocherà tanti Consigli dell’energia quanti sono necessari per arrivare ad una proposta concreta. Dobbiamo aspettarci, per parola della stessa presidente della Commissione, non più vaghe proposte ma qualcosa di più chiaro e concreto e in parte addirittura già proposte di regolamento”, ha sottolineato Draghi. Un messaggio che da palazzo Chigi fanno notare già recepito dal mercato: “Il prezzo del gas è sceso a 155 euro, segnando un -12% al Ttf”.