La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha ha inviato oggi una lettera ai capi di stato e di governo dell’Ue, che si riuniscono venerdì a Praga per un Consiglio europeo informale, illustrando i vari punti di una tabella di marcia (“roadmap”) con le ulteriori proposte per affrontare l’attuale crisi energetica, caratterizzata da rincari sempre più insostenibili per l’economia degli Stati membri. Curiosamente nella lettera von der Leyen non cita esplicitamente tra le proposte della Roadmap il tetto al prezzo generalizzato per tutte le importazioni di gas, chiesto ormai a gran voce dalla maggioranza degli Stati membri (con le notevoli eccezioni di Germania e Olanda), ma lo menziona in modo ambiguo e incidentalmente, dicendo che se verrà introdotto sarà necessario predisporre precise condizioni e “le necessarie salvaguardie”.
Nel suo primo punto, la road map include i negoziati con i fornitori di gas “affidabili” (sono menzionati esplicitamente la Norvegia e gli Usa) per definire delle forchette di prezzi (“price corridors”) concordate. Una soluzione che è vista chiaramente come un’alternativa più sostenibile al “Price Cap” imposto a tutte le importazioni, almeno per quanto riguarda questo tipo di fornitori. Il secondo punto riguarda il rafforzamento della “Piattaforma Energy” per gli acquisti congiunti di gas da parte degli Stati membri, soprattutto al fine di riempire i depositi di stoccaggio. Von der Leyen sostiene la necessità di evitare la competizione tra gli Stati membri con il rilancio delle offerte al rialzo (“outbidding”) del prezzo del gas, ma non arriva a menzionare la possibilità di rendere gli acquisti congiunti obbligatori, un’ipotesi che circola comunque nella discussione fra i Ventisette.
Il punto successivo della “roadmap” di von der Leyen riguarda i lavori in corso sul nuovo indice di mercato (“benchmark”) per la formazione dei prezzi del gas che dovrebbe affiancarsi al Ttf di Amsterdam, quello utilizzato attualmente che ha dimostrato tutti i suoi limiti, ripercuotendo sul mercato europeo le manipolazioni orchestrate dal Cremlino, senza tenere conto della diversa realtà del Gnl, il gas naturale liquefatto che sta sostituendo sempre di più il metano che arrivava in Europa attraverso i gasdotti dalla Russia. L’obiettivo del nuovo indice di mercato è quello di assicurare l’approvvigionamento per tutti gli Stati membri, dando allo stesso tempo il segnale che l’Ue non è disposta a pagare il gas a qualunque prezzo. La presidente della Commissione insiste poi nella proposta, già prospettata la settimana scorsa, di limitare il prezzo del gas utilizzato per la produzione di energia elettrica. “Dovremmo limitare – sottolinea – l’impatto inflazionistico del gas sull’elettricità, ovunque in Europa. Ecco perché, accompagnando la nostra azione sul gas importato, siamo pronti a discutere l’introduzione di un tetto massimo al prezzo del gas utilizzato per la produzione di energia elettrica. Questo dovrebbe ridurre i prezzi dell’elettricità, in previsione di una riforma strutturale del mercato elettrico”, con il “disaccoppiamento” fra il prezzo del gas e quello dell’energia elettrica, che von der Leyen conferma verrà proposta dalla Commissione “entro la fine dell’anno”.
Questo tetto, concordato a livello Ue, “dovrebbe essere progettato in modo da non aumentare il consumo complessivo di gas”, e richiederà perciò “sia dei requisiti vincolanti di risparmio” del consumo di gas, che misure per “salvaguardare i flussi transfrontalieri di elettricità sovvenzionata”. Infine, la presidente della Commissione propone di “aumentare gli investimenti per accelerare la transizione verso l’indipendenza energetica” dell’Ue attraverso un rafforzamento dei finanziamenti del pacchetto “REpowerEU”, su cui proprio ieri, a Lussemburgo, l’Ecofin ha raggiunto una posizione comune. éGli investimenti in infrastrutture come gasdotti, interconnettori o energie rinnovabili e l’efficienza energetica (come l’isolamento degli edifici e l’installazione di pompe di calore) ci aiuteranno tutti a diventare meno esposti ai prezzi elevati dell’energia fossile e favoriranno la nostra autonomia strategica”, rileva von der Leyen, annunciando che “la Commissione esaminerà le fonti di finanziamento complementari per aumentare la potenza di fuoco di ‘REPowerEU'”. Quest’ultima proposta potrebbe indicare un’apertura alla creazione di nuovi strumenti di bilancio dell’Ue, ispirati magari al modello “Sure” (il fondo, basato su emissione di debito comune e prestiti agli Stati membri, per il sostegno ai sistemi di cassa integrazione durante la crisi del Covid) come hanno proposto lunedì scorso i commissari Paolo Gentiloni e Thierry Breton. Ma è un dibattito che è solo all’inizio.F