Erdogan sollecita il pieno ripristino delle relazioni tra Turchia e Unione Europea
Il presidente turco ha incontrato ad Ankara Ursula von der Leyen: aspettiamo dall’Ue i fondi per rimpatriare i siriani, circa 3 milioni di persone. Un obiettivo strategico: l’adesione all’Europa
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha ribadito durante una conferenza stampa ad Ankara con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, la necessità di rilanciare e rafforzare le relazioni tra Turchia e Unione Europea. Erdogan ha espresso la speranza che vengano eliminate tutte le restrizioni che attualmente frenano il dialogo tra le due parti, auspicando un futuro di cooperazione più intensa e strutturata.
Un obiettivo strategico: l’adesione all’UE
Erdogan ha sottolineato che l’adesione della Turchia all’Unione Europea rappresenta un obiettivo strategico per il Paese, aggiungendo che anche l’UE avrebbe molto da guadagnare da un rapporto più stretto con Ankara. “Le due parti hanno bisogno di una relazione più forte e istituzionalizzata rispetto al passato. Come Paese candidato, la Turchia è pronta e determinata a realizzare questo obiettivo”, ha dichiarato.
Negli ultimi mesi, segnali di una rinnovata apertura sono già emersi: Erdogan ha partecipato al Consiglio europeo informale di Budapest e il ministro degli Esteri turco ha preso parte al Consiglio Affari Esteri dell’UE. Tuttavia, secondo il presidente turco, è necessario consolidare e rafforzare ulteriormente questo dialogo.
La questione siriana e il ruolo della Turchia
Al centro dell’incontro con von der Leyen c’è stata anche la situazione in Siria, una crisi che dura ormai da tredici anni e che ha avuto conseguenze devastanti. Erdogan ha evidenziato come la stabilità e la sicurezza nella regione siano priorità fondamentali, ricordando che “il regime del Baath, dopo sessant’anni di oppressione, ha lasciato un milione di morti, metà della popolazione sfollata e un Paese devastato”.
“La comunità internazionale non ha fatto abbastanza per sostenere il popolo siriano durante questi anni di massacri. Ora è il momento di rimediare, fornendo un sostegno concreto per la ricostruzione e lo sviluppo della Siria”, ha dichiarato il presidente turco. Erdogan ha anche riaffermato la posizione della Turchia contro il terrorismo, ribadendo che “non c’è posto per Daesh, il PKK e le sue estensioni nel futuro della nostra regione”.
I rifugiati e il sostegno dell’UE
La Turchia, che ospita da anni milioni di rifugiati siriani, ha chiesto all’Unione Europea un supporto più ampio e diversificato. Erdogan ha ricordato gli sforzi messi in campo dal suo Paese e ha invitato l’UE a intensificare il proprio impegno per facilitare il ritorno volontario dei profughi in Siria e per sostenere progetti di infrastrutture essenziali nel Paese e ha sottolineato che la Turchia si aspetta un sostegno economico dall’Unione europea (Ue) per rimpatriare i profughi siriani che vivono nel Paese, circa 3 milioni di persone.
“Ci aspettiamo un simile sostegno dall’Ue in modo tale che il ritorno dei siriani nel loro Paese diventi una realtà”, ha detto Erdogan, citando i fondi dati da Bruxelles ad Ankara negli anni scorsi per la gestione dei profughi. Dal canto suo, Ursula von der Leyen ha evidenziato il contributo economico dell’UE, che dal 2011 ha stanziato 10 miliardi di euro per sostenere i rifugiati in Turchia e le comunità locali. La presidente della Commissione ha annunciato un ulteriore miliardo di euro per il 2024, destinato all’assistenza sanitaria e all’istruzione dei rifugiati, oltre che a progetti per facilitare i ritorni volontari.
Una partnership cruciale per il futuro
Le dichiarazioni di Erdogan rappresentano un forte segnale di apertura verso l’Unione Europea, suggerendo che un ripristino completo delle relazioni potrebbe essere a portata di mano. Tuttavia, restano molti nodi da sciogliere, a partire dalla ripresa concreta dei negoziati di adesione e dalla definizione di un piano condiviso per affrontare le sfide comuni. In un momento di crescenti tensioni globali, il rafforzamento della partnership tra Turchia e Unione Europea potrebbe diventare un elemento chiave per la stabilità regionale e internazionale.