Ernesto Maria Ruffini e la ‘maggioranza Ursula’: un’alleanza popolare e progressista per il futuro del Paese

Ernesto Maria Ruffini

Ernesto Maria Ruffini

Chi si aspettava l’annuncio della nascita di un nuovo partito dei cattolici di sinistra, o di una corrente strutturata all’interno del Pd, è rimasto deluso, ma dal battesimo di Comunità Democratica, sigla “leggera” voluta dall’ex ministro Graziano Delrio, è comunque uscita una rinnovata voglia di protagonismo dei cattolici democratici, spinti dalla convinzione di poter incidere sulla competitività elettorale del centrosinistra, soprattutto riportando a votare ai prossimi turni elettorali i tantissimi elettori che ultimamente si sono astenuti. Una riflessione sostenuta in primis dall’ex direttore dell’Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, e condivisa da Romano Prodi, per il quale gli ex popolari sono “stati muti per troppo tempo”.

“Lo dico con il massimo rispetto, come possiamo tutti insieme uscire dalla mediocrità della politica? Qual è lo stato di avanzamento delle proposte alternative in campo? E nel campo delle opposizioni, qual è la proposta politica della sinistra? Qual è l`offerta, realmente competitiva che offre la sinistra? Dove è stata discussa? Con chi? Quando? Non singole questioni, non emendamenti a soluzioni elaborate da altri. Ma una speranza sul futuro di questo Paese” si è chiesto Ruffini auspicando “una visione larga, condivisa che è la sola a poter riportare la gente al voto”. Una riflessione da semplice “elettore di centro-sinistra”, ha precisato, al quale sembra “che tanto ancora si possa fare, ed elaborare, per offrire una proposta politica forte e convincente”.

La sua ricetta è una versione italiana della cosiddetta “maggioranza Ursula”, cioè dei partiti popolari e progressisti, compreso il M5s, che a suo parere “potrebbe diventare una scelta solida per essere alternativi alla destra, perché, come si diceva anni molti anni fa se vinci con la destra è la destra che vince”. Una coalizione basata su un’alleanza, ha precisato il padrone di casa Delrio, “che non può essere confinata a un solo partito” cioè il Pd. La posta in gioco, ha continuato, è molto alta, cioè la sopravvivenza della democrazia. Per questo, ha concluso, “è il momento adesso, come dice Biden, di alzarsi in piedi” contro le oligarchie “e di pensare che non ci può essere all’orizzante il delegare a alcuni ricchi californiani il destino dei popoli mondiali e europei”.

All’evento ha partecipato, tra gli altri, anche la capogruppo di Italia Viva alla Camera, Maria Elena Boschi, secondo la quale “i moderati hanno bisogno di proposte condivise per convincere i cittadini che c’è una possibilità alternativa al governo che non risolve i problemi quotidiani”. Presenti anche l’ex ministro e presidente dell’Associazione partigiani cristiani Maria Pia Garavaglia, l’ex segretrio del Ppi Pierluigi Castagnetti, l’ex sindaco di Brescia Emilio Delbono, l’ex segretario della Cisl Savino Pezzotta, gli ex ministri Barbara Pollastrini, Lorenzo Guerini e Giuliano Poletti.