La tensione nel Mar Rosso si intensifica ulteriormente, con gli Stati Uniti che hanno condotto, per il secondo giorno consecutivo, attacchi mirati contro gli Houthi nello Yemen. Gli americani attraverso questi raid, puntano a indebolire le capacità militari del gruppo sciita e, allo stesso tempo, sono una risposta diretta agli attacchi dei ribelli yemeniti contro cargo e petroliere occidentali. Sebbene di portata ridotta rispetto ai precedenti, gli attacchi continuano a sollevare preoccupazioni per l’espansione del conflitto.
L’operazione condotta dalla Marina americana ha visto il cacciatorpediniere USS Carney colpire un sito radar yemenita. Gli Houthi hanno risposto con disprezzo, minimizzando i danni e promettendo una “risposta forte ed efficace”. “Nessun danno significativo, continueremo a impedire il traffico delle navi” dei Paesi amici di Israele, è stato l’avvertimento. Washington e Londra giustificano gli attacchi come un’azione difensiva per proteggere i mercantili nel Mar Rosso, ma le reazioni degli Houthi indicano che la situazione non prelude a una de-escalation. La spaccatura nel Consiglio di sicurezza dell’Onu riflette le divergenze tra le potenze pro e contro Israele nella guerra a Gaza. L’escalation ha suscitato preoccupazioni per un allargamento del conflitto, con Turchia e Arabia Saudita che guidano il fronte della moderazione.
Nel frattempo, la Russia accusa gli Stati Uniti e il Regno Unito di “palese aggressione” nello Yemen. Mentre l’Iran condanna gli attacchi contro gli Houthi, il suo coinvolgimento diretto resta incerto. Gli impatti economici degli attacchi degli Houthi alle navi occidentali nel Mar Rosso sono evidenti, con un aumento dei prezzi del petrolio e significativi cambiamenti nei percorsi di navigazione. L’Unione europea sta esplorando modi per difendere la rotta strategica nel Mar Rosso, con il prossimo consiglio degli Esteri che discuterà di potenziare la missione Atalanta, originariamente concepita per contrastare la pirateria. La situazione rimane fluida, con il rischio di un ulteriore intensificarsi delle tensioni nella regione.
Fino a questo momento, l’attività aggressiva degli Houthi contro le navi occidentali ha prodotto impatti significativi sul commercio globale. I prezzi del petrolio sono saliti del 4%, e le principali compagnie di navigazione hanno reindirizzato il traffico circumnavigando l’Africa, causando notevoli prolungamenti dei tempi di percorrenza rispetto al tradizionale attraversamento del Canale di Suez. Secondo alcuni esperti, il volume di container transitati dal Mar Rosso è diminuito del 70% da novembre. Di fronte a questa sfida, l’Unione europea sta adottando misure per proteggere questa rotta strategica. Il tema sarà al centro del prossimo consiglio degli Esteri, dove si discuterà su come potenziare la missione già operativa nella regione, Atalanta, inizialmente istituita per contrastare la pirateria.