Cronaca

Escalation Israele-Iran: missili e raid aerei infiammano la regione

La regione del Medio Oriente è nuovamente teatro di un’intensificazione delle ostilità, con Israele e Iran impegnati in una delle più gravi escalation militari degli ultimi anni. Nella notte tra martedì e mercoledì, il portavoce dell’esercito israeliano, Daniel Hagari, ha annunciato che l’aeronautica militare continuerà a operare “a pieno regime” colpendo “con forza” le postazioni nemiche. L’annuncio è giunto poco dopo che l’Iran ha lanciato quasi 200 missili contro Israele, un attacco che rappresenta la più recente espressione della crescente tensione tra i due Paesi.

Il contesto dell’attacco iraniano

L’attacco missilistico iraniano è avvenuto in risposta all’uccisione di leader militanti sostenuti da Teheran, tra cui Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, e Ismail Haniyeh, leader di Hamas. Questi assassinii, attribuiti a Israele, hanno aggravato ulteriormente le relazioni tra Tel Aviv e Teheran, già logorate da anni di rivalità geopolitica e militare. Le Guardie Rivoluzionarie iraniane hanno dichiarato che l’attacco è stato condotto come ritorsione per l’uccisione di Nasrallah, avvenuta nel quartiere di Dahiyeh, a sud di Beirut, in un raid israeliano solo pochi giorni prima. Le forze israeliane hanno confermato l’operazione, sottolineando che i loro attacchi hanno mirato specificamente a infrastrutture e postazioni legate a Hezbollah.

 

 

Secondo l’agenzia di stampa iraniana Fars, l’Iran ha lanciato l’offensiva missilistica colpendo “tre basi militari” nei pressi di Tel Aviv. Le Guardie Rivoluzionarie hanno anche avvertito Israele che qualsiasi ulteriore reazione sionista contro l’Iran avrebbe incontrato “attacchi schiaccianti”, un monito che segnala la possibilità di un’escalation su larga scala. Tuttavia, le difese israeliane sono riuscite a intercettare la maggior parte dei missili lanciati, con il sistema Iron Dome che ha dimostrato ancora una volta la sua efficacia nel proteggere il territorio israeliano da attacchi esterni. Sebbene l’attacco abbia causato un elevato allarme, con sirene che hanno suonato in tutto il Paese, i danni sono stati limitati: solo due persone sono rimaste ferite da schegge, mentre nella Cisgiordania occupata un palestinese è stato ucciso da detriti di un razzo caduto nella città di Gerico.

 

La reazione di Israele

In risposta all’offensiva missilistica iraniana, Israele ha lanciato una serie di attacchi mirati contro obiettivi di Hezbollah nel sud di Beirut. La città, e in particolare il quartiere di Dahiyeh, è un noto bastione del gruppo militante libanese sostenuto dall’Iran, e spesso oggetto di operazioni militari israeliane. Questo raid segue di pochi giorni l’uccisione di Hassan Nasrallah, un evento che ha provocato ondate di rabbia tra le fila di Hezbollah e dei suoi sostenitori.

Parallelamente, in Siria, il Centro Siriano per i Diritti Umani, un’organizzazione affiliata all’opposizione siriana, ha riportato che le milizie iraniane stanno evacuando il loro quartier generale dalla città di al-Bukhamal, situata al confine con l’Iraq, nel timore di imminenti attacchi aerei israeliani. L’evacuazione rappresenta un significativo sviluppo nel quadro della guerra ombra tra Israele e l’Iran, in cui Israele ha condotto regolari attacchi contro postazioni iraniane e di Hezbollah in Siria per impedire il consolidamento della presenza militare iraniana lungo i suoi confini.

 

L’attacco terroristico a Jaffa

Mentre l’Iran lanciava i suoi missili, in un’operazione parallela, due terroristi armati di fucili d’assalto hanno aperto il fuoco a Jaffa, colpendo civili inermi. Le telecamere di sorveglianza della metropolitana leggera hanno immortalato l’azione, in cui otto persone sono state uccise e altrettante ferite. La polizia israeliana è intervenuta rapidamente e ha “neutralizzato” i due assalitori. L’attacco di Jaffa, sebbene separato dagli eventi militari più ampi, ha accentuato il clima di tensione e insicurezza all’interno di Israele, in un momento già critico.

Le dichiarazioni degli Usa e le reazioni internazionali

L’attacco iraniano ha suscitato una forte reazione internazionale. Gli Stati Uniti, stretti alleati di Israele, hanno condannato fermamente l’offensiva missilistica di Teheran. Il consigliere per la sicurezza nazionale, Jake Sullivan, ha dichiarato che l’attacco “sembra essere stato sconfitto e inefficace”, ma ha avvertito l’Iran di gravi conseguenze qualora dovesse continuare le sue operazioni militari contro Israele. Anche il Segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha definito l’azione iraniana “inaccettabile” e ha esortato la comunità internazionale a condannare l’aggressione, sottolineando la necessità di una risposta globale unitaria per evitare un’escalation regionale.

Da parte sua, l’Iran ha ribadito la legittimità della propria risposta militare. Il presidente del Parlamento iraniano, Masoud Pezeshkian, ha scritto su X (precedentemente Twitter) che l’Iran ha esercitato il suo “diritto legittimo” di autodifesa, dando una “risposta decisiva all’aggressione del regime sionista”. Le dichiarazioni di Pezeshkian riflettono la posizione consolidata dell’Iran secondo cui le azioni militari contro Israele sono giustificate come parte della sua opposizione storica al “regime sionista”.

 

La minaccia delle milizie filo-iraniane in Iraq

Mentre la tensione tra Israele e Iran continua a crescere, altre fazioni filo-iraniane nella regione si sono allineate con Teheran. Le milizie sciite in Iraq, fortemente influenzate dall’Iran, hanno minacciato di colpire tutte le forze statunitensi presenti nel Paese se l’Iran dovesse subire attacchi ulteriori. Questo avvertimento segna un potenziale ampliamento del conflitto, con il rischio che la crisi israelo-iraniana possa estendersi oltre i confini di Israele e del Libano, coinvolgendo anche l’Iraq e le forze internazionali presenti nella regione.

Prospettive future e rischi di escalation

La situazione attuale tra Israele e Iran rappresenta una delle fasi più pericolose del conflitto latente tra i due Paesi. L’uccisione di figure chiave come Nasrallah e Haniyeh ha intensificato le tensioni, e l’Iran sembra determinato a rispondere con forza agli attacchi israeliani. Allo stesso tempo, Israele ha chiarito che continuerà le sue operazioni militari contro obiettivi legati a Hezbollah e all’Iran, non solo in Libano ma anche in Siria e potenzialmente oltre.

Se da una parte gli Stati Uniti e altri attori internazionali cercano di contenere la crisi, dall’altra la retorica e le azioni sul campo indicano che il rischio di un conflitto su larga scala rimane elevato. Il coinvolgimento di milizie filo-iraniane in Iraq e la minaccia di attacchi contro le forze statunitensi potrebbero ulteriormente destabilizzare la regione, creando un conflitto che coinvolgerebbe non solo Israele e Iran, ma anche i loro alleati e rivali nella regione. In questo contesto, il ruolo delle diplomazie internazionali, e in particolare degli Stati Uniti, sarà cruciale per evitare una guerra su vasta scala che potrebbe avere conseguenze devastanti per tutto il Medio Oriente.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it
Condividi
Pubblicato da