Esce “Tango”, il nuovo album di Joan Thiele
In Colombia mi sono liberata dalle mie paure e da qui sono nate queste canzoni che esprimono tutto quello che avevo dentro”
“Mi sento cresciuta a livello musicale e vivo questo disco come un avvenuto cambiamento dentro di me: rappresenta la mia crescita, ecco perche’ e’ importante per me”. Cosi’ Joan Thiele presentando il nuovo album “Tango” che contiene 11 tracce e dal titolo che rimanda ai suoi molteplici significati, da emozionare a toccare, commuovere, ammaliare, sedurre. “Si’, non mi riferisco al ballo anche se vi si collega. Per me rappresenta toccarsi, emozionarsi, arrivare alle persone: e’ nato due anni fa in Colombia – spiega -, in una citta’ vicino a Bogota’ dove vive mio padre, un viaggio molto forte per me che mi ha portato ad affrontare le mie paure: e’ importante perche’ me ne sono liberata e sono nate queste canzoni che esprimono tutto quello che avevo dentro”.
Le canzoni sono state registrate in parte sul Red Bull Music Studio, uno studio di registrazione mobile posizionato per l’occasione nella campagna fuori Milano. “L’esperienza con questo studio mobile e’ stata molto bella – rivela -. Per un mese e mezzo siamo stati in aperta campagna, nel verde, vicino alle mucche, lontano dal frastuono del traffico e siamo andati avanti con i panini della fattoria. Questa oasi ci ha caricati ed e’ nata una collaborazione con amici e colleghi come gli Etna, insieme ai quali ho curato la produzione dei pezzi, e gli ingegneri del suono Donato Romano, Carlo Zollo e Chris Tabron, che ha anche mixato alcuni brani del disco”.
“Tango”, anticipato dai singoli “Armenia”, “Fire” e “Polite”, e’ un album volutamente eterogeneo, con due anime ben distinte che interagiscono tra loro. “E’ un album di condivisione, la parte piu’ acustica e’ vicina alla natura cui invidio a mio padre, mentre quella elettronica si accosta alle sonorita’ europee che toccano mia madre”. Joan gioca molto con i suoni, prova a trovare una strada tutta sua e a unire paesi lontanissimi, mischiando tra loro influenze sudamericane, super european e africane. Le canzoni raccontano storie vere, ma lo fanno attraverso immagini simboliche e metaforiche.
“Quello che sentivo lo vivevo e volevo raccontare qualcosa di diverso. Ad esempio ‘Cocora’ e’ una poesia che ho scritto quando ero la’ ed e’ il nome di una montagna che sta di fronte alla casa di mio padre: ho immaginato di essere una bambina e che mi raccontassero cos’era tango, per riuscire a comunicare, che non e’ sempre facile, a comprendere e ad avere passione”. In vista dei prossimi concerti, la cantante anticipa che “per i ‘live’ avro’ una formazione particolare con chitarra, controller e tastierina – ha accennato -. Alcune date le faro’ da sola e altre con la band, gli Etna, compagni che ho costituito col tempo”.[irp]