Esodo di Gaza, piano choc di Netanyahu: 5.000 palestinesi al giorno, un anno per completare

Esodo di Gaza, piano choc di Netanyahu: 5.000 palestinesi al giorno, un anno per completare

Il governo israeliano sta mettendo a punto un piano senza precedenti: la creazione di un’amministrazione dedicata alla migrazione dei residenti palestinesi dalla Striscia di Gaza. A rivelarlo è il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, che in un discorso alla Knesset ha delineato un’operazione tanto ambiziosa quanto controversa.

Un’operazione da record: 5.000 persone al giorno

“Se facciamo uscire 5.000 gazawi al giorno, ci vorrà un anno”, ha dichiarato Smotrich, sottolineando la portata colossale del piano. Il ministro non ha nascosto le difficoltà logistiche: “È complicato, perché devi sapere chi andrà in quale Paese”. Nonostante ciò, ha assicurato che il budget “non sarà un ostacolo”, lasciando intendere che il governo è pronto a investire risorse ingenti per portare a termine l’operazione.

La risposta a Trump e il nodo internazionale

L’annuncio arriva dopo la proposta del presidente americano Donald Trump, che aveva suggerito lo sfollamento degli abitanti di Gaza come soluzione al conflitto israelo-palestinese. Smotrich ha confermato che la nuova “Direzione per la migrazione” opererà sotto la guida del primo ministro Benjamin Netanyahu e del ministro della Difesa Israel Katz, ma i dettagli restano ancora nebulosi.

Critiche e preoccupazioni

La notizia ha già scatenato un dibattito infuocato. Molti osservatori internazionali temono che il piano possa configurarsi come un trasferimento forzato di popolazione, una pratica condannata dalle Nazioni Unite. Altri sollevano dubbi sulla fattibilità: quali Paesi accetterebbero di ricevere migliaia di palestinesi? E in quali condizioni avverrebbe questa migrazione?

Un futuro incerto per Gaza

Mentre il governo israeliano accelera i preparativi, la comunità internazionale chiede chiarezza. L’operazione, se portata a termine, potrebbe segnare una svolta epocale nel conflitto israelo-palestinese, ma al prezzo di sollevare questioni etiche e politiche di enorme portata.

Intanto, la parola passa ai fatti: Israele riuscirà a realizzare questo piano senza scatenare una crisi umanitaria? E come reagirà il mondo di fronte a un esodo di tali proporzioni? Le risposte, per ora, restano sospese.