Cronaca

Esplode un camion cisterna ad Azaz: almeno 60 morti e 150 feriti. Tra le vittime anche ribelli

Una vera e propria strage si è verificata ad Azaz, città siriana al confine con la Turchia in mano ai ribelli, dove ieri è esploso un camion cisterna che ha causato la morte di almeno 60 persone e oltre 150 feriti, la maggior parte civili. Il bilancio potrebbe ancora salire. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani tra le vittime almeno una decina sono ribelli, ma la maggior parte sono civili. L’esplosione è avvenuta in un mercato che si trova di fronte a un tribunale islamico della città che è in mano ai ribelli siriani.

L’identificazione dei cadaveri e’ resa difficile dal fatto che i corpi sono interamente ricoperti di calcinacci, mentre i vigili del fuoco sono all’opera per spegnere le fiamme. Si tratta dell’ultimo attentato in ordine di tempo nella città, dove a novembre 25 persone erano morte, civili e militanti ribelli, nell’esplosione di un’altra autobomba. I ribelli avevano attribuito l’attacco all’Isis che cerca di avanzare verso Azaz. L’attentato di ieri arriva mentre è in vigore la fragile tregua concordata dal regime e ribelli con la mediazione di Russia e Turchia e non include l’Isis e l’ex affiliato ad al Qaida, Fateh al-Sham Front.

Intanto, la Russia ha avviato la riduzione della sua presenza militare in Siria, come previsto, attraverso la portaerei Ammiraglio Kuznetsov. “Concordemente con la decisione del Supremo comandante in capo delle forze armate russe Vladimir Putin – afferma il capo di Stato maggiore russo, il generale Valery Gerasimov – il ministero della Difesa ha iniziato la riduzione dei raggruppamenti militari in Siria”, sottolineando che la decisione è stata presa il 29 dicembre del 2016. Si è iniziato con la Flotta Sovetskogo Soyuza Kuznetsov, l’incrociatore Pyotr Velikiy e altre navi ausiliarie.

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