Esplorare le meraviglie a rischio con “Open Heritage”

22 aprile 2018

In occasione della Giornata Internazionale dei Monumenti, il 18 aprile Google ha lanciato il progetto “Open Heritage”: un’iniziativa mondiale per mappare e creare modelli 3D di aree archeologiche a rischio. I siti sono stati selezionati dal team del partner del progetto, CyArk, organizzazione no profit che ha sviluppato l’archivio digitale in 3D più grande e più dettagliato al mondo dei monumenti che potrebbero scomparire. Ora, grazie alla collaborazione avviata da Google Arts & Culture, è possibile accedere a queste meraviglie in versione digitale e condividerne la storia con chiunque, un modo, inoltre, per aiutare a preservarle per le generazioni future. La tecnologia moderna permette infatti di ammirare i monumenti nei minimi dettagli: il colore, la trama delle superfici e la geometria viene catturata dagli scanner a laser con precisione millimetrica in 3D. E queste scansioni dettagliate possono anche essere utilizzate per identificare le aree danneggiate e supportare le fasi di restauro.

Ad esempio a Bagan, nel Myanmar, dove un terremoto nel 2016 danneggiò molti dei famosi templi, il team di CyArk aveva scannerizzato e fotografato il sito prima del disastro e utilizzando i dati raccolti sono riusciti a ricostruire in 3D le principali bellezze. Online ci sono oltre 25 luoghi iconici di tutto il mondo appartenenti a 18 paesi, tra cui il Palazzo di Al Azem a Damasco, in Siria, l’antica Metropoli Maya di Chichen Itza in Messico. Oppure Pompei, particolarmente fragile per la vicinanza al Vesuvio, o Pisa, con il suo orientamento pendente degli edifici e in particolare della torre verso Sudest. Il progetto segna un nuovo capitolo per Google Arts & Culture: è la prima volta che arrivano sulla piattaforma siti del patrimonio archeologico in 3D.

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