Estorsione aggravata dal metodo mafioso. I carabinieri del Comando provinciale di Palermo hanno eseguito sette provvedimenti restrittivi emessi dal Gip del Tribunale di Palermo, su richiesta della Dda per estorsione aggravata dal metodo mafioso. Accertato il coinvolgimento di un consigliere comunale del Palermitano. L’attivita’ d’indagine e’ la prosecuzione dell’operazione “Panta Rei” del 16 dicembre 2015 che ha consentito di colpire duramente i mandamenti di “Porta Nuova” e di “Bagheria”, traendo in arresto 38 tra capi e gregari. Dalle investigazioni e’ emerso che l’attivita’ estorsiva, oltre ad essere strumento attraverso il quale Cosa nostra esercita il controllo sul territorio, continua ad essere una forma di sostentamento primario per il gruppo mafioso. Sono state documentati sette episodi ai danni di commercianti e imprenditori costretti al versamento di significative somme di denaro, con cadenza mensile o in occasione delle festivita’ di Pasqua e di Natale.
La maggior parte delle attivita’ commerciali “messe a posto” sono ubicate a Borgo Vecchio, storico quartiere palermitano ed enclave mafiosa dove, con inedita determinazione, gli operatori economici hanno deciso di infrangere il muro dell’omerta’ e di fornire ampia collaborazione agli inquirenti. E’ stato anche accertato il coinvolgimento in una vicenda estorsiva di un consigliere di minoranza di un Comune della provincia che, in concorso con un autorevole esponente di Cosa nostra bagherese, ha costretto un imprenditore a consegnare la somma di 20.000 euro a titolo di mediazione e di “messa a posto” per la compravendita di un terreno ove la vittima avrebbe dovuto costruire degli immobili. In manette sono finiti Antonino Abbate, 39 anni, Gaspare Parisi, 39 anni, Vincenzo Vullo, 42 anni, Giuseppe Minardi, 68 anni, Salvatore Ingrassia, 51 anni, tutti di Palermo, Bartolomeo Militello, 69 anni, di Villabate, e Salvatore Martorana, 70 anni, di Bagheria.