Migliorare la qualità della vita delle persone ipovedenti o non vedenti e garantire loro il diritto ad essere informati sulle caratteristiche degli alimenti in vendita. E’ con questo intento che l’Istituto Dirpolis (Diritto, Politica, Sviluppo) della Scuola Superiore Sant’Anna ha avviato il progetto che porterà allo sviluppo di un prototipo di etichettatura alimentare accessibile alle persone ipovedenti o che hanno perso del tutto l’uso della vista. Questo lavoro nasce su proposta di un gruppo di giovani ricercatori, studiosi dei temi legati al diritto agrario, alimentare e ambientale. La ricerca vuole arrivare a una sintesi tra un livello di informazione più immediato, basato su un sistema tattile, e uno più approfondito, veicolato da un supporto tecnologico, sviluppato dal gruppo di ricerca della stessa Scuola Superiore Sant’Anna. Tutte le importanti funzioni che “passano” attraverso le etichette non possono raggiungere le persone con disabilità visive, alle quali non è garantito il diritto di accesso alle informazioni per essere supportate nel compiere scelte consapevoli, per essere autonome negli acquisti alimentari e nell’utilizzo dei prodotti dopo l’acquisto. Basta un esempio in apparenza banale per far capire con quali difficoltà possa scontrarsi una persona non vedente, a casa: un barattolo di ceci o uno di passata di pomodoro possono risultare uguali al tatto e come è possibile distinguerli? Anche una data di scadenza può non essere rilevata con facilità e con rapidità. La sfida tecnologica sarà garantire la “percezione” di queste informazioni “domestiche” in maniera agevole. La fase preliminare del progetto si è ormai conclusa ed ha compreso interviste, focus group, questionari sugli utenti, grazie anche alla collaborazione garantita da associazioni come l’Unione italiana ciechi. Appena saranno disponibili finanziamenti ulteriori, giuristi e ingegneri, andranno avanti nello sviluppo dei supporti tecnologici. L’intenzione del gruppo di ricerca è sviluppare soluzioni che non incidano sul prezzo finale dei prodotti e che non impongano l’utilizzo di ulteriori imballaggi.