“Gli Europei e i Mondiali sono sempre competizioni speciali. Gli ultimi turni sono sempre bellissimi e indimenticabili nella carriera di un giocatore e questo sara’ un altro europeo nel mio curriculum. Ovviamente sono contento e mi sento anche privilegiato ad aver partecipato a cosi’ tanti tornei. E’ un momento delicato e tutto puo’ accadere, ma il Portogallo e’ in forma e ha superato alla grande le qualificazioni”. Cristiano Ronaldo avvisa tutti e “lancia” il suo Portogallo nell’orbita delle possibili sorprese degli Europei che prenderanno il via domani con la sfida tra Francia e Romania. “Gioco in nazionale con grande orgoglio da quando avevo 18 anni e ho dato l’esempio, non solo in Portogallo ma anche in tutto il mondo. La priorita’ e’ giocare il mio calcio e fare quello che so fare meglio. Lontano dai campi, cerco sempre di avere un’immagine positiva, soprattutto per i bambini, perche’ per loro siamo un modello da cui imparare molto” le sue parole in un’intervista al sito dell’Uefa. L’attaccante del Real Madrid ripercorre la sua infanzia. “I miei cugini giocavano a calcio e anch’io volevo sempre giocare, per strada e a scuola. Sono stato a Madeira fino a quando avevo piu’ o meno 11 anni, poi sono andato a Lisbona. E’ stata una bella infanzia, quella di un bambino normale che si trasferisce a Lisbona a 11 anni e cerca di fare qualcosa nel mondo del calcio. I miei genitori mi hanno dato la possibilita’ di lasciare Madeira quando ero molto piccolo. E’ stata una decisione difficile, forse la piu’ difficile della loro vita, oltre che della mia, ma ha avuto risultati positivi perche’ ho scalato subito le giovanili” il racconto di Ronaldo.
“Ho iniziato ad allenarmi con lo Sporting B quando avevo 15 anni e a 16 ero gia’ in prima squadra. E’ successo tutto molto in fretta. Ovviamente pensavo gia’ a diventare professionista. Quando guardavo le partite da piccolo, ho sempre saputo che un giorno ci sarei stato anch’io. E’ difficile da spiegare, ma mi motivava e pensavo ‘un giorno faro’ il calciatore, sono sicuro al 100%’. Luis Figo, Rui Costa e Fernando Couto erano i miei idoli. Li guardavo, ma pensavo anche ‘Giochero’ insieme a loro’. Guardavo anche i campionati esteri, con squadre come Manchester United, Real Madrid, Valencia o Milan. Sapevo che un giorno sarei diventato professionista” ha detto il fuoriclasse portoghese che ricorda con viva emozione la settimana del suo esordio con la maglia della nazionale del suo Paese che ha coinciso con il suo esordio con la maglia dello United. “Quella settimana e’ stata una delle piu’ belle della mia vita perche’ ho esordito nel Manchester United, una delle squadre piu’ prestigiose nella storia del calcio, e poi nel Portogallo. Ho giocato la mia prima gara con lo United contro il Bolton (16 agosto 2003) e poi sono andato in nazionale (contro il Kazakistan, 20 agosto 2003). Tutto e’ successo molto velocemente. La prima partita con il Portogallo e’ stata un momento speciale della mia vita”.Un ricordo doloroso e’ certamente quello della finale degli Europei 2004 persa in casa contro la Grecia. “E’ stato un momento difficile, perche’ abbiamo perso qui in Portogallo e avevamo un’opportunita’ unica di diventare campioni d’Europa. Ma fa parte del calcio, che mi ha insegnato tante cose. Niente e’ mai certo: quello che e’ vero oggi puo’ essere falso domani; una squadra che un giorno e’ forte puo’ perdere il giorno dopo. E’ sempre cosi’.Se e’ successo, e’ perche’ Dio l’ha voluto, quindi dobbiamo pensare al futuro: il nostro sara’ positivo e il Portogallo vincera’ grandi cose, come un europeo o un mondiale”.