Economia

Eurogruppo, accordo su riforma e backstop per banche. E ora il Mes cambia natura

La videoconferenza dell’Eurogruppo, allargata a tutti ministri delle Finanze Ue, ha finalmente raggiunto un accordo sulla riforma del Mes (Meccanismo europeo di stabilità, detto Fondo “salva-Stati”), e, in questo contesto, sulla creazione, anticipata di due anni, della rete di sicurezza (“backstop”)) per il Fondo unico europeo di risoluzione bancaria. Si tratta di “un risultato enorme”, ha commentato durante la conferenza stampa on line al termine dell’Eurogruppo il direttore del Mes Klaus Regling, sottolineando che verrà accolto con favore dai mercati e dai risparmiatori e che “minimizzerà i rischi di contagio in caso di fallimenti bancari”. E ricordando che riguarderà, per ora, “i 19 paesi membri dell’Euro e 340 milioni di cittadini europei”. Ora, grazie alla riforma del Trattato, il Mes potrà prestare denaro al Fondo unico di risoluzione, non più solo agli Stati.

Ma la cosa più importante Regling l’ha detta quando ha sottolineato che “questa riforma permetterà al Mes di diventare la rete di sicurezza per le banche”. Ha detto “diventare”, non “fornire” il backstop. Un vero e proprio cambiamento di natura per quel “Fondo salva-Stati” che era nato per prestare denaro agli Stati, quando i mercati chiedono interessi troppo alti, ma che in cambio chiedeva condizioni draconiane di austerità economica e di bilancio. Un cambiamento che era già iniziato con la nuova linea di credito sanitaria, senza condizioni macroeconomiche, creata come prima risposta alla pandemia del Covid-19; ma che era stato compromesso dallo stigma, la cattiva fama del Mes, e la paura che i mercati interpretassero qualunque ricorso al Fondo come un segnale di fragilità finanziaria, attirando la speculazione. Tanto che nessun paese finora ha chiesto di accedere a quella linea di credito.

D’altra parte, come ha detto il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, questa mancanza di appetito per i crediti del Mes si spiega come “un riflesso del successo” e della tempestività delle altre misure prese dalla Bce, dalle istituzioni europee, e dagli Stati membri grazie alla sospensione temporanea delle regole Ue nel campo dei bilanci e degli aiuti di Stato. La decisione di affidare al Mes il compito di costituire una rete di sicurezza finanziata dagli Stati, il “common backstop”, per il Fondo unico di risoluzione per le banche (che è finanziato invece dallo stesso settore bancario dell’Ue) era stata presa già nel 2018, in linea di principio. Ma per la decisione definitiva su questo dispositivo di “condivisione dei rischi” si era deciso di attendere un rapporto di valutazione della “riduzione di rischi” nel sistema bancario, che doveva essere completata entro il 2020, e che ieri è stato discusso dall’Eurogruppo.

Sulla base di questa valutazione, che è stata ampiamente positiva (“le banche sono oggi molti più resilienti che 10 anni fa”, ha sintetizzato il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni), i ministri delle Finanze hanno deciso di procedere con il backstop, anticipandone l’entrata in funzione all’inizio del 2022. Originariamente, l’accordo politico del 2013 sul Meccanismo unico di risoluzione per le banche, poi entrato in vigore nel 2016, aveva previsto che questa rete di sicurezza (allora non ancora affidata al Mes) entrasse in funzione “entro la fine del 2023”. “Sono molto lieto di annunciare che abbiamo raggiunto un accordo sulla ratifica della riforma del Trattato sul Mes”, ha detto Donohoe introducendo la conferenza stampa al termine dell’Eurogruppo. “Il Mes – ha ricordato – è stato creato e ha svolto un ruolo importante durante l’ultima crisi. Gli aggiustamenti che abbiamo concordato oggi svilupperanno ulteriormente il suo armamentario. Passeremo ora alla firma del Trattato in gennaio e avvieremo le procedure di ratifica a livello nazionale”.

“La riforma del Trattato – ha continuato Donohoe – stabilisce anche un sostegno comune al Fondo di risoluzione bancario unico, mediante una linea di credito del Mes. Questo ‘backstop’ è l’ultima risorsa. È un’ulteriore rete di sicurezza a nostra disposizione se ne avessimo bisogno. Rafforzerà e integrerà il pilastro dell’Unione bancaria relativo alla risoluzione, e contribuirà a garantire che un fallimento bancario non danneggi l’economia in generale, o provochi instabilità finanziaria”. “E sono lieto di annunciare – ha aggiunto il presidente dell’Eurogruppo – che oggi abbiamo anche deciso di introdurre il ‘backstop’ comune due anni prima di quanto originariamente previsto. Anticiperemo la sua data di operatività all’inizio del 2022”. “Dall’inizio della pandemia, l’Eurogruppo ha mostrato la propria determinazione ad affrontare le sfide economiche a testa alta, e l’accordo di oggi conferma ancora una volta la nostra unità di intenti. Si tratta di un trampolino di lancio cruciale nel nostro percorso per rafforzare l’Unione bancaria, ed è un importante complemento – ha concluso Donohoe – dei nostri sforzi a sostegno della ripresa economica”.

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