Economia

Eurogruppo d’accordo con Commissione su bilanci nazionali 2022

L’Eurogruppo, riunito oggi a Bruxelles, ha accolto con favore la valutazione presentata dalla Commissione europea dei documenti programmatici di bilancio degli Stati membri, e la richiesta dell’Esecutivo comunitario di adottare una politica di bilancio “moderatamente espansiva” (“moderately supportive fiscal stance”) nel 2022. Come ha spiegato il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, durante la conferenza stampa al termine della riunione (e prima della cena di lavoro dedicata alla discussione sulla revisione della “governance” economica), questo significa “che le nostre politiche devono essere mirate, calibrate con attenzione e che dobbiamo essere pronti ad adattarle su misura delle necessità per rispondere agli sviluppi” della situazione.

“Come avevamo raccomandato – ha proseguito Gentiloni -, nel 2022 tutti gli Stati membri manterranno gli investimenti finanziati a livello nazionale. Quasi tutti i paesi a basso e medio debito perseguiranno o manterranno una politica di bilancio espansiva. E i paesi ad alto debito utilizzeranno il dispositivo Rrf (il Fondo Ue di ripresa e resilienza, ndr) per finanziare ulteriori investimenti a sostegno della ripresa”. “Un elemento cruciale – ha sottolineato il Commissario – è il fatto che il rapporto tra investimenti pubblici e Pil nel 2022 dovrebbe essere superiore a quello pre-crisi. Questa buona notizia è in contrasto con la tendenza al declino” degli investimenti “che avevamo visto sulla scia della Grande Crisi finanziaria globale” del 2008-2009.

“Maggiori investimenti sosterranno la crescita e faciliteranno una riduzione del debito pubblico sostenuta e favorevole alla crescita”, ha rilevato ancora Gentiloni. E’ l’esatto contrario di quanto si diceva negli anni dell’austerità, quando la Commissione chiedeva agli Stati membri di tagliare il deficit, e con esso anche la spesa per investimenti, per poter ridurre il debito pubblico. Tuttavia, ha aggiunto il commissario, “accanto a questi sviluppi positivi, abbiamo anche chiesto in alcuni casi (e l’Italia è uno di questi, ndr) un’esecuzione prudente del bilancio per limitare la crescita della spesa corrente, soprattutto se combinata con livelli di debito elevati”.

Il comunicato finale dell’Eurogruppo afferma, a questo proposito di condividere la posizione della Commissione secondo cui “gli Stati membri con basso o medio debito dovrebbero perseguire una politica di bilancio espansiva nel 2022, mentre gli Stati membri con alto debito dovrebbero usare il Fondo Rrf per finanziare investimenti aggiuntivi a sostegno della ripresa, perseguendo una politica di bilancio prudente”. E mentre “tutti i paesi dovrebbero preservare gli investimenti finanziati a livello nazionale”, l’Eurogruppo “invita quegli Stati membri ad alto debito, in cui l’aumento della spesa corrente non è pianificata in modo da essere sufficientemente limitata secondo la valutazione della Commissione, a prendere le misure necessarie all’interno del processo nazionale di bilancio”.

In sostanza, i ministri dell’Eurozona fanno proprio, e rafforzano, l'”invito” già rivolto dall’Esecutivo comunitario all’Italia e agli altri quattro paesi “ad alto debito” (Grecia, Belgio Francia e Spagna, tutti oltre il 100% nel rapporto debito/Pil) a tenere sotto controllo e non aumentare la spesa corrente, con effetti strutturali sul bilancio, pur raccomandando di preservare la spesa per investimenti. Alle discussioni dell’Eurogruppo ha partecipato anche la direttrice esecutiva del Fmi Kristalina Georgieva, che ha confermato “l’ampia convergenza di opinioni con la Commissione e sulle prospettive economiche dell’Eurozona”, come ha riferito Gentiloni.

Durante una conferenza stampa separata al termine della riunione, sempre a Bruxelles, Georgieva è stata più esplicita sulla raccomandazione, rivolta ai paesi ad alto debito, a non aumentare in modo strutturale la spesa corrente. Proprio riguardo all’Italia, la direttrice del Fmi, ha fatto “un’osservazione” critica sulla manovra finanziaria: “Prevede – ha detto – una riduzione delle imposte sul reddito e un aumento della spesa sociale, che è una cosa buona in sé, ma il problema è se sarà sostenibile nel medio termine”. Georgieva, comunque, si è congratulata con l’Italia “per il raggiungimento quest’anno di una crescita del 5,8%, più alta della media dell’Eurozona”, per “il giusto equilibrio tra riforme e investimenti”, e per avere gettato “fondamenta molto sane per una crescita sostenibile e robusta”.

Più in generale, il Fmi ha riconosciuto, “che la nostra risposta politica forte e ben coordinata è stata fondamentale per limitare la ricaduta economica della pandemia in Europa, risultata molto meno pronunciata di quanto inizialmente temuto”, ha riferito ancora Gentiloni, sottolineando “la valutazione molto positiva del Fondo per il dispositivo Rrf e il suo ruolo nel sostenere la ripresa e la transizione verde e digitale”, con i piani nazionali approvati finora “che contengono riforme e investimenti di vasta portata, e affrontano le debolezze strutturali”.

“Naturalmente sappiamo bene – ha proseguito il commissario – che questa crisi non è ancora finita. Rischi sia vecchi che nuovi si stanno materializzando, in particolare il numero crescente di casi” di contagio “e la reintroduzione di restrizioni, le interruzioni nelle catene di approvvigionamento globali e l’aumento dell’inflazione. Questo è esattamente il motivo per cui noi, in qualità di responsabili politici, dobbiamo rimanere agili e pronti ad adattare su misura la nostra rispetto all’evolvere della situazione”. Gentiloni, infine, ha accolto con favore “i commenti molto utili del Fmi sul nostro quadro di regole di bilancio” e lo ha invitato “a contribuire alla nostra consultazione online sulla nostra governance economica (ovvero sulla riforma del Patto di Stabilità, ndr), che rimane aperta fino alla fine dell’anno”.

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