L’Europa, con l’Esa, scende in campo per la difesa del pianeta contro la minaccia di possibili impatti di asteroidi nell’ambito della cooperazione internazionale Aida (Asteroid impact and deflection assessment). È stato firmato, infatti, negli stabilimenti dell’Esa-Esoc di Darmstadt, in Germania, un contratto da 129,4 milioni di euro per la realizzazione di “Hera”, la prima missione europea per la deviazione di corpi celesti potenzialmente minacciosi per la Terra. A siglare l’intesa Marco Fuchs, Ceo della compagnia spaziale tedesca OHB, prime contractor del consorzio Hera e Franco Ongaro, director of Technology, Engineering and Quality dell’Esa.
“Insieme agli americani – ha spiegato Ongaro ad askanews – stiamo facendo la prima dimostrazione che questa generazione di umani è in grado di deviare un asteroide, cosa che finora non è mai stata fatta e che ha fatto un po’ di disastri in passato. Con la popolazione della Terra che aumenta e le superfici terrestri sempre più popolate, questi impatti diventano sempre più rischiosi. Detto questo, ora serve capire se la metodologia funziona, come si può applicare ad altri casi ed essere in grado di avere un modello che ci permetta di dire: questa è la minaccia e questo è quello che ci serve per rispondere”.
La sonda verrà realizzata da OHB a tempo di record; appena 3 anni e mezzo per allestire la missione che andrà a studiare da vicino gli esiti dell’impatto della sonda Dart (Double Asteroid Redirect Test) della Nasa, lanciata nel 2021 – con a bordo anche il nanosatellite italiano Liciacube di Argotec – per scontrarsi con Dimorphos, la piccola luna dell’asteroide Didymos, distante tra i 150 e i 340 milioni di Km dal Sole, nell’ottobre 2022. È la prima volta che un oggetto fabbricato dall’uomo raggiunge un asteroide binario, oggetti che rappresentano circa il 15% di tutti gli asteroidi conosciuti.
Compito di Hera è capire cosa sarà successo agli asteroidi dopo l’impatto della sonda Nasa. “Tutto questo Dart non lo può fare – ha precisato Ongaro – perché non frena, arriva e dà una botta. Ci vuole qualcuno, noi, che arrivi, si metta in orbita e addirittura mandi fuori due cubesat che vanno ancora più vicini con gli strumenti per analizzare la polvere intorno, la composizione e la struttura di questo asteroide”. La Germania finanzia Hera per oltre il 40% ma anche l’Italia ha un ruolo rilevante nella missione grazie all’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) per la parte elettrica e di propulsione della sonda con Ohb Italia, Thales Alenia Space e Avio e alcuni strumenti dei cubesat, come ha spiegato Ettore Perozzi responsabile dell’ufficio di sorveglianza spaziale dell’Asi.
“La partecipazione italiana alla missione Hera è di altissimo livello, sia dal punto di vista tecnologico che dal punto di vista scientifico – ha detto Perozzi – in particolare, uno dei piccoli cubesat che verranno rilasciati dalla sonda è a guida italiana e abbiamo colto l’occasione per dedicarlo ad Andrea Milani, uno dei maggiori esperti del mondo sugli asteroidi”. Andrea Milani, professore di Meccanica Orbitale all’Università di Pisa, scomparso nel 2018, aveva ideato la missione ESA “Don Quijote” per la deviazione degli asteroidi, la cui eredità viene oggi raccolta da Dast e da Hera.