Europa sotto pressione, Draghi torna ad avvertire: “Agire come un unico Stato, il tempo è scaduto”
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Mario Draghi
L’Unione Europea si trova di fronte a un bivio cruciale. Innovazione tecnologica, caro energia e tensioni geopolitiche con Stati Uniti e Cina stanno mettendo alla prova la competitività del continente, rendendo sempre più urgente una risposta unitaria e decisa. A lanciare l’allarme è stato Mario Draghi, intervenuto oggi al Parlamento europeo di Bruxelles in occasione della Settimana parlamentare europea 2025.
IA e innovazione
La rivoluzione dell’intelligenza artificiale sta accelerando, ma l’Europa è ancora ai margini. “Otto dei dieci principali modelli linguistici provengono dagli Stati Uniti, gli altri due dalla Cina”, ha sottolineato l’ex presidente della Bce. Il divario tecnologico si allarga ogni giorno di più, e senza un intervento rapido il rischio è di restare definitivamente indietro. Il paradosso, però, è che i costi di formazione e sviluppo dell’IA stanno crollando, offrendo un’opportunità per recuperare terreno. Un’occasione che l’Europa non può permettersi di perdere.
Gas e caro energia
Sul fronte energetico, lo scenario è altrettanto critico. I prezzi del gas restano due o tre volte più alti rispetto a quelli degli Stati Uniti, mentre il costo dell’energia continua a gravare sulle industrie europee, già in difficoltà. “Abbiamo visto le tensioni interne che potrebbero emergere se non agiamo con urgenza”, ha avvertito Draghi, evidenziando come la transizione energetica, senza una strategia chiara, rischi di trasformarsi in un boomerang.
La soluzione? Secondo Draghi, serve un intervento strutturale: una riforma del mercato energetico, maggiore trasparenza negli scambi, investimenti massicci nelle reti e incentivi alle rinnovabili. Il problema del caro energia non è un destino ineluttabile, ma il risultato di scelte politiche che possono – e devono – essere corrette.
L’Ue tra i dazi Usa e sovracapacità cinese
Se la concorrenza cinese preoccupava già prima, l’inasprimento della politica commerciale americana rischia di mettere ulteriormente in difficoltà le imprese europee. Con l’Amministrazione Trump pronta a imporre nuovi dazi, Bruxelles deve fare i conti con un doppio problema: da un lato l’accesso sempre più complicato al mercato statunitense, dall’altro la sovrapproduzione cinese che, non potendo più essere esportata negli USA, finirà per riversarsi sull’Europa.
Ma non solo: gli Stati Uniti stanno attirando le imprese europee con energia a basso costo, tasse ridotte e meno burocrazia. Il rischio? Un’erosione del tessuto industriale europeo, con un progressivo spostamento della produzione oltreoceano.
Di fronte a questo scenario, Draghi ha un messaggio chiaro: l’Europa deve muoversi come un unico Stato. “La complessità della risposta richiede un livello di coordinamento senza precedenti”, ha ribadito. L’obiettivo è rafforzare ricerca, industria e finanza con un’azione decisa e coordinata. “Velocità, scala e intensità saranno essenziali”.
Decarbonizzazione
La transizione verde può essere un volano per la crescita, ma solo se gestita con coerenza. Secondo Draghi, la decarbonizzazione è la chiave per l’indipendenza energetica dell’Europa, ma servono misure allineate agli obiettivi. “Non si può imporre lo stop ai motori a combustione senza contemporaneamente garantire l’installazione delle infrastrutture di ricarica”, ha ammonito, puntando il dito contro le incongruenze delle politiche climatiche europee.
La transizione non deve essere vista come un ostacolo allo sviluppo, ma come una leva per ridurre i costi energetici e aumentare la competitività. “Abbassare il prezzo dell’energia è essenziale per la crescita”, ha ribadito l’ex premier italiano.
Difesa e sicurezza
Un altro nervo scoperto è quello della difesa. Nonostante l’UE sia il terzo blocco al mondo per spesa militare, la frammentazione lungo linee nazionali rende inefficace qualsiasi tentativo di potenziamento. “I nostri sistemi di difesa non sono interoperabili né standardizzati”, ha denunciato Draghi, indicando la necessità di un maggiore coordinamento per garantire la sicurezza del continente.
L’Europa è chiamata a una scelta decisiva. Draghi ha lanciato un segnale forte: servono azioni rapide e incisive per evitare un ulteriore declino. L’innovazione tecnologica, il costo dell’energia e le sfide geopolitiche impongono una risposta unitaria, coraggiosa e ambiziosa. “Il tempo non è dalla nostra parte”, ha avvertito. La domanda è: l’Europa saprà raccogliere la sfida?