Europarlamento, dopo 24 anni palazzo da rifare: 430 milioni di euro
La sede di di Bruxelles, allora costata 1 miliardo di euro, è già a fine ciclo vita
Le istituzioni politiche delle democrazie dell’Occidente sono ospitate spesso in solidi palazzi pluricentenari, che nessuno si sognerebbe di abbattere e ricostruire, ma la sede di Bruxelles dell’Europarlamento, a soli 24 dalla sua costruzione – che era costata la bazzecola di 1 miliardo di euro -, non risponde già più ai requisiti europei di stabilità e robustezza degli edifici (“Eurocode”), e avrebbe bisogno di un rafforzamento generale, che però sarebbe estremamente costoso e richiederebbe molto tempo. Per questo, i vertici dell’Istituzione stanno considerando la possibilità di ricostruire “ex novo” almeno una parte del palazzo dell’Assemblea nella capitale belga, un’impresa che, secondo stime interne, potrebbe costare circa 430 milioni di euro (secondo una forchetta da 387 a 473 milioni di euro). Lo riferisce “Politico EU”, in un articolo basato su una nota “strettamente confidenziale” redatta dal Segretario generale dell’Europarlamento, il tedesco Klaus Welle, che doveva essere discussa oggi dall’Ufficio di presidenza dell’Istituzione.
Nessuna decisione è attesa oggi, ma solo una valutazione tecnica dello stato dell’edificio sulla base di due studi esterni. La nota di Welle, comunque, raccomanda di ricostruire l’edificio invece di rafforzarlo, secondo quanto riferisce “Politico”. Nella nota si osserva che il “ciclo di vita” della sezione principale del palazzo intitolata a Paul-Henri Spaak, che comprende la sala dell’emiciclo, sta arrivando alla sua conclusione. Una constatazione sorprendente, visto quanto era costato l’edificio all’epoca della sua costruzione (42 miliardi di franchi belgi, pari a poco più di 1 miliardo di euro). Già nell’agosto del 2012 si era verificato un parziale collasso del soffitto dell’aula della plenaria, che poi era stato riparato in fratta durante la pausa estiva. La debolezza strutturale del palazzo riguarda in particolare il rischio che, in caso di collasso parziale di alcuni suoi elementi vi sia un effetto domino su altre strutture circostanti, con una reazione a catena che potrebbe portare a un crollo generalizzato. Uno dei due studi tecnici calcola in 30 milioni di euro l’investimento necessario solo per rafforzare le strutture per prevenire l'”effetto domino”, senza una rinnovo generalizzato dell’edificio. Ma entrambi gli studi esterni, condotti da una società tedesca e da una francese, raccomandano piuttosto, come il Segretario generale, la ricostruzione della sezione Paul-Henri Spaak.