Economia

Europarlamento vota per l’attivazione del Mes per crisi Covid-19

Il Parlamento europeo ha approvato un paragrafo di una risoluzione non legislativa “sull’azione coordinata per combattere la pandemia del Covid-19 e le sue conseguenze” in cui si appoggia l’attivazione di “una linea di credito specifica” del Mes, il Fondo salva Stati, in modo che possa essere utilizzato per “i paesi che chiedono di accedervi” per combattere “le conseguenze immediate” della pandemia. I crediti dovrebbero avere, secondo gli eurodeputati “scadenze a lungo termine, tassi competitivi e condizioni di rimborso connesse alla ripresa delle economie degli Stati membri”. Il testo è stato approvato con 523 voti a favore, 145 contrari e 17 astenuti. Fra gli eurodeputati italiani, hanno votato a favore quelli del Pd e di Forza Italia (salvo Milazzo, che ha votato contro). Contrari in modo compatto, invece, gli eurparlamentari della Lega, del M5s e dei Fdi.

Il paragrafo approvato (il n.23), che fa parte di una risoluzione non legislativa il cui testo completo sarà votato oggi, “invita gli Stati membri della zona euro ad attivare i 410 miliardi di euro del Meccanismo europeo di stabilità con una linea di credito specifica”, e “ricorda che questa crisi non è responsabilità di un determinato Stato membro e che l’obiettivo principale dovrebbe essere quello di combattere le conseguenze della pandemia”. Inoltre il testo “sottolinea che, come misura a breve termine, il Meccanismo europeo di stabilità dovrebbe immediatamente estendere le linee di credito precauzionali ai paesi che chiedono di accedervi per far fronte alle esigenze di finanziamento a breve termine per affrontare le conseguenze immediate del Covid-19, con scadenze a lungo termine, tassi competitivi e condizioni di rimborso connesse alla ripresa delle economie degli Stati membri”. Prima che venisse votato il paragrafo 23, sono stati respinti dagli eurodeputati un emendamento “rigorista” del Ppe che avrebbe chiesto di “seguire le disposizioni del trattato Mes” nella concessione dei crediti del Fondo salva Stati, e due emendamenti del gruppo Gue (Sinistra unitaria europea), che, al contrario, respingevano l’utilizzo del Mes.

L’emendamento 10, del Ppe, chiedeva di aggiungere che l’accesso alle linee di credito avrebbe dovuto avere “come unico requisito l’impegno, da parte degli Stati membri della zona euro richiedenti il sostegno, a utilizzare questa linea di credito per sostenere il finanziamento interno dei costi diretti e indiretti di assistenza sanitaria, cura e prevenzione dovuti alla crisi della Covid-19”, e questo, veniva sottolineato, “seguendo nel contempo le disposizioni del trattato Mes”. Le disposizioni del Trattato Mes, per dirla in modo più esplicito, prevedono la condizionalità macroeconomica (misure di austerità per il ritorno alla stabilità finanziaria) per i paesi che richiedono i prestiti del Fondo salva Stati. Fra gli eurodeputati italiani, hanno votato a favore di quest’emendamento “rigorista” solo quelli di Forza Italia. Gli eletti della Lega, del M5s, di Fdi e del Pd hanno tutti votato contro, con l’unica eccezione della democratica Tinagli, che si è astenuta. Il testo è stato bocciato con 383 voti contrari, 301 favorevoli e 6 astensioni.

E’ interessante anche vedere come hanno votato gli eurodeputati italiani delle diverse forze politiche sugli altri due emendamenti relativi al Mes, presentati entrambi dal gruppo Gue, confermando sostanzialmente la posizione pro-Mes di Pd e Fi, contro il fronte anti-Mes di Lega, Fdi e M5s. L’emendamento 60 deplorava “la tardiva e inadeguata risposta dell’Eurogruppo alla crisi” con il pacchetto di misure approvato alla sua videoconferenza del 9 aprile scorso, giudicando “che l’intero pacchetto di 500 miliardi di Euro sia estremamente esiguo rispetto all’accresciuto fabbisogno”, ed esprimendo una posizione “contraria alla ridotta portata, alla capacità limitata, alla condizionalità e alla sorveglianza associate ai 240 miliardi di euro a titolo del Mes”. askanews

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